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Intervistare a Firenze. Nuove liturgie e preti pericolosi
No, a me del cambio di liturgia non frega niente. A me il fatto che il segretario del maggiore partito di opposizione concluda la festa del suo partito senza fare il comizio finale sembra semplicemente assurdo, grottesco. Una novità, ci mancherebbe. Come sarebbe una novità un carabiniere che non si mettesse sull’attenti quando suona l’inno nazionale. O un impiegato delle poste che lavora con le spalle voltate al cliente. Ragazzi, ma dove stiamo andando? Ma chi sono i consiglieri del principe? Sulla loro levatura nutro seri dubbi da un po’ di tempo. Un segretario di partito, quando chiude la sua festa, una festa che avrà cambiato il nome ma che ha una tradizione umana e politica straordinaria, parla alla sua gente. E le fa il comizio, non le fa ascoltare un’intervista. Quelle, le interviste-show, la gente se le ciuccia già in tivù. Il comizio è un’altra cosa. Lì ci si mette l’impeto, il futuro, la memoria e le radici, il sangue che scorre nelle vene, la speranza, la riflessione scomoda. E questo, nulla di meno, è dovuto a chi verrà a Firenze per trovare o ritrovare un’identità. Questo, nulla di meno, è dovuto a chi starà sere e sere a lavorare ai fornelli, a distribuire piatti, a tenere su gli stand, a chiedere soldi, ad accompagnare gli ospiti. Tutto gratis, per il partito. Senza che il capo gli sollevi gli animi dando traguardi e promettendo impegni. Ma di che si ha paura? Di contestazioni? Di numeri bassi? Ma i capi servono proprio a far superare gli ostacoli agli eserciti, mica a deprimerli ancora di più. I capi sono Bruce con il suo pubblico (sto risentendo il concerto di Milano). Bruce lo trascina, mica gli fa sentire un’intervista dal palco.
Dice, ma il discorso “vero” si terrà alla summer school. Sai che brivido. In cinquecento a Cortona, dove di formazione, ancora una volta, non ci sarà nulla. Ma dove ci sarà una parata di nomi a dibattito. Ricostruire bisogna. Partendo dalle nostre teste, però. E da quelle dei consiglieri del principe. Tutti giulivi quando dichiarano che hanno rinnovato i parlamentari mettendo nei posti sicuri parenti portaborse e segretari “di”. E altrettanto giulivi quando annunciano che si è cambiata la liturgia. Fermiamoli in tempo.
Nando
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