Undici settembre. Licenze per bambini

Undici settembre. Cadono gli aerei su New York, mi gridò angosciata una segretaria del gruppo del senato della Margherita che per prima mi diede la notizia. Dicemmo allora che da quel momento nulla sarebbe più stato come prima. Previsione ottimistica. Per tanti versi è continuato ad andare tutto come prima, come se il mondo non vivesse sussulti e sommovimenti giganteschi: le migrazioni, le religioni, il terrore, la democrazia esportata, i poli che si sciolgono, le guerre e le nuove dittature, la schiavitù  ecc. Chiedete nei partiti se ci si pensa a queste cose. Chiedete nei sindacati. Chiedete nelle università. Chiedete nei giornali. Le preoccupazioni sono sempre altre. Si discute di questi argomenti, quando capita, se si è costretti a farlo dalle contingenze.

Per questo mi è piaciuto vedere ieri sera a Primopiano e oggi sull’Unità Loretta Napoleoni, esperta di economia internazionale e di terrorismo, una delle poche voci nuove e autorevoli, che si è fatta largo con le sue capacità e i suoi studi. E che di questi argomenti si occupa con rigore, sempre. Non se ne può davvero più di melasse o di scontri da tuttologi-nullologi sulle nostre questioni domestiche. Dirlo anche a Floris, per favore.

E a proposito di questioni domestiche. Semmai avrei ripreso per la tivù un bambino che sotto casa mia ieri pomeriggio giocava al pallone da solo. Mentre ero al computer a finire il mio “Album di famiglia” ho sentito dei classici colpi di pallone contro un muro. Mi sono affacciato sorridente, cercando di scoprire chi fosse nel condominio l’erede di mio figlio, l’unico che, da quando abitiamo qui, si sia fatto da solo il suo campo da tennis o da calcio nel piccolo cortile interno. Era invece un bambino della casa di fronte. L’ho seguito per un quarto d’ora. Mirava e tirava con impegno, correva, faceva le finte, felice di avere un pallone tra i piedi. Si stancava, anche, perché a un certo punto si è tolto pure il sudore con un fazzoletto. C’era qualcosa di meraviglioso in quel piacere del gioco, in quella capacità di vivere la solitudine sognando. Ecco, questo è l’unico modo che concepisco di estraniarsi dai grandi problemi del mondo. Perché ne ha quasi la stessa grandezza e universalità. Il resto sono piccole cose, anche quando (legittimamente) ci dedichiamo molto tempo e impegno. Domani vi parlerò di una di queste, ossia la grande (piccola…) Notte Bianca di Genova di sabato prossimo. Intanto leggetevi Loretta Napoleoni e scoprite un bambino che gioca solo anche voi. Basta andare in libreria o affacciarsi alla finestra.

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