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Il papa e don Franco. La camorra e le energie
Dunque il papa non ha condannato la camorra in Campania. Perché, ci hanno spiegato, voleva valorizzare “le energie positive” della regione. E perché mica tutti i campani sono camorristi, anzi la maggioranza non lo sono affatto. E’ un bel principio. Chissà come si sentono “valorizzati” e confortati i cittadini onesti della Campania nella loro battaglia quotidiana da un papa che va in casa loro e non condanna la camorra. In ogni caso, da qui in avanti, siamo sicuri che non sentiremo più condannare gli aborti. Perché bisogna vedere il positivo; e dunque valorizzare le speranze dei bimbi che nascono. E poi perché l’aborto riguarda una minoranza delle famiglie.
Per fortuna non tutti gli uomini di chiesa la pensano a questo modo. Oppure come quelle gerarchie campane che qualcosa -sul fronte della camorra- hanno da farsi perdonare, come testimonia Raffaele Sardo nel suo “La Bestia”, che abbiamo appena mandato in libreria con Melampo (prefazione di Roberto Saviano). Quelle gerarchie che hanno abbandonato al suo destino, per intendersi, la memoria di don Peppe Diana, il parroco di Casal di Principe ucciso dai clan. A Caravaggio, terra di Lega dura e pura con tanto di tentativo di scuole padane, l’altra sera ho conosciuto don Franco, un meraviglioso prete di 78 anni che mi ha invitato a parlare alla sua comunità del valore della legalità quotidiana. Sembrava un fanciullo, don Franco, mentre si interrogava se la gente sarebbe giunta oppure no nella sala del chiostro dov’era stato organizzato l’incontro. “Qui bisogna rompere le incrostazioni”, mi diceva. La gente è venuta, oltre ogni previsione. E di nuovo don Franco sembrava un fanciullo per la contentezza. Così gli ho promesso di tornare per le scuole superiori. Perché la gente era davvero tanta, e neanche la solita; i giovani però erano pochi e lui ai giovani ci tiene.
Ecco, don Franco è una delle persone e cose confortanti che si incontrano. Diamoci le belle notizie, insisto. Una bella notizia, ad esempio, è che i giovani reagiscono con combattività e fantasia (e con poche concessioni alla demagogia) alle riforme della Gelmini. Un’altra bella notizia è che la “Poliziotta per amore”, ossia Beatrice Luzzi, ha avuto un bambino, di nome Valentino. Auguri Allieva cara! (p.s. Ho molto pudore a dirlo: ma non credete che anche il 4-0 dell’Inter a Roma abbia un piccolo diritto ad andare nelle belle notizie? Vabbe’, come non detto…)
Nando
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