Questo sito non utilizza alcun cookie di profilazione. Sono utilizzati cookie di terze parti per il monitoraggio degli accessi e la visualizzazione di video. Per saperne di più e leggere come disabilitarne l'uso, consulta l'informativa estesa sull'uso dei cookie.AccettoLeggi di più
La notte dei morti viventi e il suo contrario
Primo novembre, festa di tutti i Santi e dunque delle Santine (Martin) e dei Santini (Barbera) miei amici. Bentornato sul Blog a Paolo D’Andrea e alle sue vignette. Maltornato, invece, a Licio Gelli, che da Odeon tv dà lezioni sulla storia d’Italia. Che B. fosse il suo erede più degno lo avevamo capito da soli, non c’era bisogno che si scomodasse lui. Sembra di assistere (lo dico io che cerco di pensare positivo) a un film dell’horror. Gelli che ci racconta la storia, Cossiga che si vanta di avere fatto il ministro della provocazione, i giornali che mettono sullo stesso piano i sedicenni dell’Onda e i mazzieri di Forza nuova, il ministro della Difesa (che evidentemente non ha mai letto il Galateo del Carabiniere) che dice alla direttrice dell’Unità di mettersi un turacciolo in bocca, “Concitina” che non è altro. E mi dà pure fastidio sentire elencare i problemi dell’università, come se non fossero quelli contro cui il governo Prodi ha cercato di battersi, a partire dalla moratoria per le nuove sedi e per le telematiche e dalla fissazione del numero massimo di esami da sostenere nel triennio e nel biennio (ossia: lotta alla frammentazione del sapere e alla moltiplicazione di cattedre inutili). Ha ragione Luigi Cancrini: sembra che ci sia l’ordine di non spendere una parola buona sul nostro ultimo governo neanche per sbaglio.
E passo al positivo. A Venezia martedì scorso c’è stata un’assemblea organizzata dal Coisp (sindacato di polizia) con le vittime del dovere e i loro familiari. Un teatro pieno ed emozionato. I ragazzi avevano gli occhi rossi, nell’ascoltare storie di cui loro (e talora nemmeno io) nulla sapevano. Personalmente mi ha toccato tanto, ma veramente tanto, la testimonianza del figlio di Lando Conti, ex sindaco di Firenze ucciso dalle Bierre lo stesso giorno che aprì il maxiprocesso di Palermo, il 10 febbraio dell’86. Bravissimo Gianfranco Bettin, sociologo ed ex prosindaco di Venezia. Dopo una lunga fiaccolata, è stato intitolata a mio padre la piazza davanti al Tribunale dei minori di Mestre. Due particolari. E’ la prima volta che il prefetto-generale viene definito sulla lapide anzitutto “combattente della Resistenza”. E inoltre: è stata la prima (e credo ultima) volta che mentre viene suonato il Silenzio, e per tutta la sua durata, si è venuta a posare sul bordo della lapide una colomba bianca. Ci siamo guardati tutti negli occhi, praticamente increduli.
Giovedì, invece, dopo varie traversie che mi hanno fatto arrivare a Napoli alle tre e mezzo di notte, sono stato a Scampia, il quartiere dove è ambientato “Gomorra”. Lì, nel cuore del narcotraffico, decine e decine di operatori sociali hanno organizzato, con la regia di alcuni funzionari della Regione, una stupenda tre giorni contro la droga, sconvolgendo il paesaggio e disturbando la quiete armata dei clan. Hanno mobilitato centinaia di persone al giorno. L’hanno fatto nel silenzio di tutti. Sia reso loro ogni onore. Ho cercato di raccontarli nell’articolo uscito oggi sull’Unità e che troverete tra qualche ora su questo Blog. Come vedete, ovunque andiate c’è sempre un pezzo di civiltà che si batte con noi e per noi. Animo dunque, anche davanti alle notti dei morti viventi.
Nando
Next ArticleReportage. SCAMPIA. ARRIVA LA SPERANZA NELL'ELDORADO DEGLI SPACCIATORI