Pietà per Cossiga

Scusate, sarò un inguaribile buonista però io invito tutti, ma proprio tutti, a provare un po’ di pietas per Francesco Cossiga. Avrà fatto tutto quello che volete, si sarà macchiato di tutte le colpe del mondo, ma alla fine ha il diritto di essere rispettato  come ogni essere umano. E noi sappiamo bene che quando un essere umano per via dell’età vaneggia, e farnetica, e insomma delira, perché non tutte le connessioni mentali funzionano, diciamo così, con la freschezza del ventenne o con l’autocontrollo del cinquantenne, be’, lo si lascia in pace nella sua stanza a vaneggiare, farneticare e delirare. Mica lo si registra per poi rendere pubbliche le sue farneticazioni e mostrare al mondo, con sommo sadismo, come si è ridotto il poveretto. Di più. Non gli si fa questo servizio odioso – lo dico a quei cinici giornalisti che ci campano – nemmeno se lui lo chiede. Nemmeno se lui lo implora. Perché lui non sa quel che fa. Si va dal suo tutore e gli si chiede se è d’accordo. E vedrete che il tutore (perché tutti quelli che delirano dovrebbero avere un tutore) risponderà severamente di no, che bisogna lasciargli vivere questa atroce fase della sua vita in santa pace, per la stessa ragione per cui nessuno va a filmare la vecchia (e vera) signora che ogni mattina prende il treno da Milano a Genova solo per andare a dare da mangiare ai piccioni di Piazza Principe. Non lo trovereste disumano se qualcuno lo facesse, se qualcuno ve la mostrasse, magari facendone nome e cognome?

E dunque, non è altrettanto disumano pubblicizzare le affermazioni di un poveretto che esorta le forze dell’ordine a fare un’infinità di reati, dopo essere stato ministro dell’Interno, capo del governo e presidente della Repubblica? Che in un accesso sadomaso – come quel tale che gridava “Sono stato io” a commettere un delitto solo per vedersi in prima pagina – dichiara di essere stato il ministro della provocazione, ma proprio di una provocazione bastarda, e quasi quasi confessa di avere fatto assassinare lui Giorgiana Masi, ragazza di diciannove anni colpevole di manifestare a Roma? Quando uno dà questi segni terribili, perché non chiudere occhi e orecchie, non bloccare i polpastrelli, e ricordarsi che perfino le religioni pagane chiedevano ai mortali la pratica della pietas, che un vecchio ottantenne quando si trova in questo stato dovrebbe, con sommesso rispetto, essere lasciato al suo silenzioso rapporto con Dio e con la sua memoria?

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