Fanatismi, gentilezze, infiltrati & plagi eccellenti

Ecco a voi le notizie di questi giorni. Tutto accade mentre l’America manda qualche messaggio di speranza (grande il giudizio di Condy su Hillary che le subentra; ma chi farebbe quell’elogio del proprio avversario in casa nostra?), e mentre i fanatismi si rincorrono in una gara senza fine, dalla guerra all’occidentale alla guerra al gay, a conferma che -ahimé- un mondo retto sui “valori” non sempre è meglio di un mondo retto sugli interessi. Allora. Intanto mi hanno ritrovato il cromone 1994. Se mi sono arrabbiato? No, non tanto. Non ci ho nemmeno provato. Mi sono solo detto “ma guarda, in questo paese dove non funziona quasi niente mi ritrovano la macchina rubata in quattro giorni”. Mi sono anche un po’ pentito di avere sognato di liberarmene, con tutto il carico di affetti che la povera auto si porta dietro, a partire dai gracchi che amorevolmente l’hanno usata e ammaccata per benino per imparare a guidare. Insomma, mi sono sentito un ingrato.

Gratitudine somma invece per gli studenti della Cattolica di Milano che hanno confermato la natura gentile del movimento. Il primo regalo di Natale (panettoncino e biscotti in elegante cestino) me l’hanno fatto loro al termine di una relazione su “mafia ieri e mafia oggi”. Sempre di mafia ho parlato a Desio, dove ho imparato le seguenti cose: la ‘ndrangheta deve avere qualche protettore in alto loco in regione Lombardia (ho un’idea precisa, l’ho già messa per iscritto, devo svilupparla); la gente -mi sto riferendo alla Lombardia, non a Corleone…- ha paura di parlare. C’è voluto un sindacalista della Cgil, alla serata organizzata dal Pd, per fare un paio di nomi in pubblico dopo un’ora e mezzo di dibattito.

Gratitudine ancora per Carlo Brambilla. Il suo “L’infiltrato”, edito da Melampo per mia fortissima convinzione che ne valesse la pena, storia di un maresciallo dei carabinieri che per dieci anni ha fatto il “doppio gioco” in nome e per conto dello Stato, diventando trafficante e amico dei clan di tutto il mondo (fino a essere sospettato dai suoi più giovani colleghi), è già un caso letterario. Sono passati nemmeno due giorni dalla presentazione con Maroni, che nell’occasione ha assicurato che a Riina jr non verrà dato il permesso di trasferirsi a Cernusco sul Naviglio (ma ha dribblato le mie allusioni all’ istituzione della commissione antimafia a Milano). Nemmeno due giorni, dicevo, e sono stati già chiesti, dell’”Infiltrato”, i diritti cinematografici.

A proposito di diritti, sgomento invece per il plagio di Sgarbi. Leggere il testo della sua prefazione al Botticelli (edizioni Skira) e quello del saggio di Mina Bacci del ’64 è semplicemente stupefacente. Altro che diritti d’autore! Tutto ripreso, tale e quale, anche le espressioni più originali, per pagine intere. Sgarbi dice che l’ha fatto fare a un suo collaboratore, di cui però non fa il nome. Ragazzi non ci siamo. Io non dico niente quando “Sfide”, la bella trasmissione di Rai3, mi saccheggia i libri sportivi prendendone frasi intere senza citare l’autore (ma guarda come scrive bene questo giornalista…). Non dico niente quando escono libri con il titolo di miei libri o quando fanno film che usano miei titoli senza dirmi grazie. Ma questa mi è sembrata veramente da citazione in giudizio. Ci saranno ben delle regole anche nel mondo delle idee…

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