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Allegato Allegato! Dieci piddini dicono
È
un momento difficile per il Partito Democratico e per il suo progetto. Le sue
difficoltà si riassumono nella distanza fra le intenzioni di
rinnovamento, democrazia, partecipazione alla base del
progetto originario ed effettiva costruzione del partito dalle primarie del
2007 ad oggi.
Chiediamo che oggi il PD riparta da quelle intenzioni, offrendo ai
propri elettori garanzie capaci di ricostruire un rapporto
fortemente compromesso: le persone affezionate alle sorti della
sinistra in Italia si sentono travolte e spaesate e percepiscono come sempre
piú ampia la distanza tra fiducia accordata un anno fa e immagine
attuale del partito: apatico, inefficace, governato da egoismi e
dissensi personali e di corrente.
Non
è questo il PD per il quale hanno votato, non è quello che doveva e deve
essere. Il PD non deve essere un cappello di rinnovamento
appoggiato su strutture, meccanismi e politiche ereditate
da altri partiti, altre storie, altri tempi. Non deve essere un organismo ancora
centralista e sempre meno democratico. Non deve essere la ripetizione di schemi anacronistici
e perdenti Se oggi c’è una questione morale nel Pd, è quella di far bene,
democraticamente, una politica di sinistra, raccogliendo il consenso degli
elettori grazie a un progetto efficace e vincente: è la cattiva
politica ad alimentare la corruzione, è quella buona
a tenerla lontana.
Per
queste ragioni
Chiediamo una discussione sull’attuale
governo del partito, attualmente affidato a due soli organismi (coordinamento e
governo ombra) integralmente nominati dal segretario, però sulla base di
spartizioni ed equilibri correntizi;
Chiediamo che sia rivalutata e utilizzata l’assemblea;
e che eventuali modifiche alla statuto siano comunque discusse solo attraverso
l’assemblea.
Chiediamo la democrazia interna, l’organizzazione e
l’avviamento di strutture intermedie e territoriali. Chiediamo, cioè, che siano
rispettati statuto e codice etico del PD, spesso violati o ignorati: organi
(come questo) convocati senza ordine del giorno, in orari spesso insostenibili;
conflitti d’interesse piccoli e grandi.
Chiediamo che sulla prossima scadenza elettorale – le
europee – la volontà di rinnovamento e di costruzione di una nuova classe
dirigente passi attraverso due scelte chiare e visibili:
mantenere le preferenze, rifiutando qualunque modifica
all’attuale legge elettorale tale da limitare la scelta dei candidati da parte
dei cittadini;
evitare pensionamenti eccellenti selezionando
candidati giovani sulla base di competenze e capacità da mettere alla prova
della politica europea
Chiediamo che il PD resti fedele alla scelta delle
primarie, che rinneghi le sventate marce indietro delle ultime settimane,
garantendo forza e legittimazione popolare ai propri leader e candidati.
In nome di questa legittimazione chiediamo a Walter
Veltroni che trovino in lui condivisione e garanzia le nostre richieste, comuni
ai molti che in questi mesi hanno cercato invano di riconoscere nell’immagine
pubblica del PD e nelle sue scelte il progetto in cui hanno creduto e tuttora
vogliono credere.
Mario Adinolfi, Giovanni Bachelet, Olga Bertolino,
Cristina Comencini,
Pier Giorgio Gawronski,
Teresa Marzocchi, Nando dalla Chiesa,
Giulio Santagata, Martina Simonini, Luca Sofri
Nando
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