Questo sito non utilizza alcun cookie di profilazione. Sono utilizzati cookie di terze parti per il monitoraggio degli accessi e la visualizzazione di video. Per saperne di più e leggere come disabilitarne l'uso, consulta l'informativa estesa sull'uso dei cookie.AccettoLeggi di più
Direzione Piddì. Pensierini e voti
Pensierini sulla Direzione Piddì. Con premessa: non sono intervenuto nella discussione. Appena Veltroni ha finito la sua relazione c’erano già ottanta iscritti a parlare. A quel punto la richiesta è giunta legittima: chi parla è moralmente tenuto a stare qui fino alla fine. Qualcuno non si è sentito “tenuto” lo stesso. Io avevo un doppio viaggio per Milano e Genova (in genere le direzioni finiscono alle quattro del pomeriggio) e alle cinque sono dovuto andar via. Servirà per la prossima volta. Mi sono espresso sottoscrivendo un documento di una decina di dissidenti (Bachelet, Luca Sofri, Santagata, Cristina Comencini….), che vi allego.
Allora. 1) Direzione spostata al 19 per tenere conto del voto abruzzese. Be’, non se ne è parlato affatto (se non per evocare l’astensionismo). Voto 4. 2) Veltroni ha cercato di dare respiro alla sua analisi cercando di sviluppare la proposta del Pd sul piano economico e sociale. Risultato imbarazzante: fuori tema, sembrava di essere in campagna elettorale a campagna elettorale terminata. Voto 5-. 3) Nessuno ha spiegato perché bisognerebbe “rompere con Di Pietro”. Voto 4. 4) Ottima invece la risposta alle vicende giudiziarie. Devo dire che qui la differenza tra destra e sinistra ha dimostrato di essere una cosa vera e profonda, probabilmente le radici si fanno ancora sentire. Nessun attacco ai magistrati, ma invocazione di più moralità interna. Su questo molto contento. Voto 9. 5) Solo il segretario regionale del Veneto Paolo Giaretta ha posto il problema delle responsabilità di chi ha fatto le liste elettorali: perché Villari sì e altri no? Voto a lui 7 (poteva aggiungere Latorre); voto ai due giulivi che continuano a non scusarsi 3. 6) Tranne Veltroni tutti hanno davvero avuto a disposizione sette-dieci minuti, a prescindere dal nome. Finalmente qualcosa di democratico, anche se qualcuno lo sentirei volentieri pure quindici minuti. Per chi nella Margherita doveva parlare sette minuti e poi sciropparsi De Mita per quaranta, è una grande ragione di gioia. Voto 9/10. 7) Bassolino (uffa, Bassolino, non Sassolino!!) è intervenuto senza fare un cenno che fosse uno alla vicenda campana. Voto: non classificabile. 8) Molta attenzione, poco corridoio, sala quasi sempre piena, tensione vera. Anche in questo, voto 8.
Infine, però. Se davvero si crede che la questione morale sia importante, perché non la si è posta al centro dei criteri di formazione di liste e incarichi interni di partito? Perché (come ha detto Castagnetti) in tempi normali ogni riferimento all’etica sembra venire da improbabili fissati? Troppe volte ho sentito belle parole nelle situazioni di emergenza. E poi, se mi posso permettere (sì, proprio io): qui non c’è solo la questione morale. C’è la questione della democrazia, c’è la questione delle competenze, la questione delle idealità. Un partito che non parla né al cuore né alla testa…Certo, se poi volete dire che anche offrire agli italiani un partito così è una questione morale, avete ragione…
Nando
Next ArticleAllegato Allegato! Dieci piddini dicono