Buon Natale con i Gracchi. Tra presepi e discorsi alla nazione

E’ Natale, manca un’ora alla cena della vigilia e qui tra un po’ si presenteranno in bella simmetria i Gracchi. E io li saluterò da papà felice e brinderò con loro e la loro mamma (e tre amici storici) e a un certo punto, furtivamente, toccherò le loro dita, uno di qua l’altra di là, e raggiungerò il cielo, nel vero senso delle parola, con un dito, anzi due…Ah, delizia che capita ogni tanto. Mentre solo due volte l’anno (Natale ed Epifania) mi è data la delizia super: i Gracchi che dormono in casa, così al mattino ci si sveglia tutti qui e si vedono insieme i regali, anche se per la Befana è tutto in misura mignon (cascate di golie e dolcetti e ovetti di cioccolato più piccolo dono). Siccome pure io ho, anche se potrebbe non sembrare, una soglia di pudore che non riesco a violare, non vi dirò i privatissimi pensieri e le privatissime emozioni che mi suscita la presenza in casa dei due figli ormai adulti. E forse non riuscirei nemmeno a esprimerli.

Dora ha fatto un bellissimo presepio, il primo della casa. E’ ormai l’erede della tradizione. Ha imparato da me quel che io avevo imparato da mio padre. Lì, tra quelle cartapeste e quei muschi, ci sono casette e statuine comprate o fatte (ma sì) da tre generazioni di dalla Chiesa, ognuna un ricordo. Così ho scoperto che avere fatto il parlamentare per dodici anni e avere abitato vicino piazza Navona, regno dei presepari romani, è almeno (questo sicuramente sì) servito ad avere un grande presepe che può vantare solo statuine di cartapesta o terracotta. Al primo presepe, se ne accompagnano altri quattro minori, realizzati dal sottoscritto in punti diversi della casa subito dopo i rientri notturni. Uno raccoglie intorno a una grotta in versione peruviana tanti pupazzetti che hanno fatto la storia della casa. Carabinierino, puffi, tigrotto, la statuina del premio Bancarella (per la Farfalla granata), elefantini, Obelix ecc (forse l’ho scritto anche l’anno scorso? Boh, lo riscrivo, è troppo bello!). E ho messo anche un presepe napoletano in miniatura, preziosissimo, comprato a Genova in una bottega in via della Maddalena (ne vedrete qualcosa al Tg2 anche di stasera).  Stupenda questa cosa: la bottega dei presepi, la più bella, è proprio nella via delle prostitute, quella di De André. Bisogna passare per una doppia fila di signorine per giungere alla stella cometa.

A proposito, mi convinco sempre più che Genova avrà il più bel capodanno d’Italia. Apertura della mostra di De André e concerto speciale di Jovanotti al Porto antico. Mentre l’opulenta Milano avrà la Ricciarelli…Eh, ragazzi, a volte i soldi non bastano…La riprova è che anche “Uguaglianze” è nata senza il becco di un quattrino. Veltroni mi sembrava, sarò sincero, assai contento, perfino sollevato, di vedere che nel Pd nasce anche qualcosa per fare politica e non solo correnti o conventicole o aree di tesseramento. Ma di questo parleremo in altre occasioni. Una sarà  (vedete che cosa clamorosa vi annuncio!) il mio discorso alla nazione di fine anno che troverete su questo blog (la mia tivù) il 31 dicembre.

Ora Buon Natale a tutti. A chi vive con ideali veri dentro, a chi soffre per le sofferenze altrui, a chi spera fino all’ultimo di farcela, a chi sa leggere un libro e ama capire il pensiero degli altri. Buon Natale ai miei tanti amici, quelli che incontro spesso e quelli che non vedo da tempo. Se il Natale dovesse essere un’invenzione, ammettiamolo: è un’invenzione meravigliosa. E ora aspetto che i Gracchi suonino il campanello. Ciao a tutti!

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