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La sfida di dalla Chiesa: il Carnevale del Mediterraneo
Il superconsulente di Marta Vincenzi racconta tutti i progetti per il 2009: "Così cambieremo l’immagine della città"
di Enrico Pedemonte
(la Repubblica – ed. Genova, 2 gennaio 2009)
Seduto in un bar del porto antico, Nando Dalla Chiesa impiega oltre un´ora a raccontarci i suoi progetti genovesi per il 2009: a febbraio il primo Carnevale del Mediterraneo, a marzo e aprile un campionato mondiale di calcio multietnico, poi la Fiera del Jeans, il lancio di un nuovo polo televisivo… Dalla Chiesa lavora a fianco del sindaco dall´aprile scorso. Allora Marta Vincenzi lo chiamò, quando la giunta era ancora scossa dallo scandalo di Mensopoli, e gli chiese aiuto per rilanciare l´immagine della città. Da allora Dalla Chiesa accumula informazioni su Genova e le elabora con la sua cultura di sociologo per molti anni prestato alla politica (è stato deputato e senatore) e ora impegnato come promotore culturale. Quando, alle 4 del pomeriggio del 31 dicembre, veniamo invitati a uscire dal bar perché il locale sta chiudendo, Dalla Chiesa ha un attimo di sconforto. Il suo giudizio su Genova («una città conservatrice», ripete più volte) non è del tutto benevolo, ma è utile per capire la sua strategia per rilanciare l´immagine della città.
Professor dalla Chiesa, dopo dei mesi di lavoro a Genova la parola che usa più frequentemente per descrivere Genova è "conservatrice". Perché?
Non la seguo…«Genova è la città delle saracinesche abbassate alle 11 di sera. Non accade in nessun´altra città del Mediterraneo, né a Roma né a Barcellona, e neppure a Berlino o a Copenaghen. Ci sono locali del centro storico che chiudono anche se c´è Jovanotti che canta e decine di migliaia di persone in piazza. Capisco che politicamente è rischioso sottolineare questi aspetti della città, ma bisogna cambiare questa cultura per il bene di Genova. Anche Milano chiudeva alle 11 vent´anni fa, ma ha saputo adeguarsi. D´altra parte Genova vota a sinistra proprio perché è conservatrice, e questo può essere la fortuna del sindaco, che può giocare la carta dell´innovazione da sinistra».
«Io sono convinto che il voto di destra esprima oggi una domanda di innovazione, pur con tutte le distorsioni razziste legate a quel voto… Non se ne può più di questo sistema di intrecci tra industria di Stato, sindacato e impiego pubblico».
Ci racconti che cosa vuol dire "innovazione" nel suo programma del 2009.
«Lanceremo la sfida della città multiculturale. A febbraio partirà il Carnevale multietnico. Ciascuno dei nove municipi della città sarà gemellato con una città del Mediterraneo – da Barcellona a Beirut a Patrasso – e ospiterà manifestazioni con i costumi del Carnevale di quelle città. Il progetto è nelle mani di Giampiero Aloisio, che è stato direttore del Carnevale di Viareggio».
Sarà una prima assoluta…
«Sarà il Carnevale Numero Zero, ma puntiamo a replicarlo ogni anno per farlo diventare un evento di importanza nazionale assieme a Viareggio e Venezia. Poi, tra marzo e aprile, organizzeremo il Campionato del mondo tra le nazionali degli immigrati che abitano in questa città. Si svolgerà alla Sciorba e in altri campi minori".
Come Milano l’anno scorso…
«Sì, ma lì la città non è stata coinvolta perché la Moratti non era interessata a divulgare quell´iniziativa. Le città del Nord vivono la multiculturalità come un rischio. In alcune regioni l´attività degli immigrati ha superato il 10 per cento del Pil locale, ma i sindaci della Lega e i loro alleati preferiscono non dirlo. Queste iniziative a Genova serviranno a coinvolgere le comunità nazionali in città. Continueremo su questa linea per tutta l´estate».
Un’altra estate genovese?
«Si chiamerà Genova Estate, e sarà centrata sulle iniziative di una decina di associazioni, che organizzeranno festival sulle culture del Mediterraneo, dai suk alla poesia».
Sarà un anno dedicato al legame tra Genova e il Mediterraneo?
«Non solo. Genova è l´unica città che ha due orizzonti, quello del Mediterraneo e quello del Nord Europa. Mi indispettisce sentire parlare di un solo orizzonte. Nessun´altra città ha questa ricchezza di legami. Fa bene il sindaco a sottolineare la necessità di costruire linee di comunicazione veloci con il Nord, che sono in una condizione paradossale. Oggi per chi vuole andare a Milano l´ultimo treno è alle 10 e 20 di sera. Non è possibile che la città chiuda i propri rapporti con il Nord a quell´ora. Gli orizzonti sono due, il Nord e il Mediterraneo. È questa l´immagine che dobbiamo comunicare».
Molti storcono il naso quando sentono parlare di immagine…
«Presto organizzeremo un grande convegno su immagine e sviluppo. Bisogna far capire alla città che attraverso l´immagine si crea la cultura del futuro. Purtroppo il budget che ho a disposizione è inferiore a quanto la città di Milano spende per le luminarie di Natale. A volte l´immagine è una profezia che si avvera».
Altre volte è stata simbolo di sprechi…
«So bene che i soldi spesi in immagine possono anche essere sprecati. Ma se si ha alle spalle un disegno si può costruire un nuovo pezzo di economia. Quando Bettino Craxi puntò su Milano città della moda e del design fece una profezia capace di cambiare la realtà. Qui se investi in immagine rischi di sentirti dire che prima bisogna risolvere i problemi dei barboni che muoiono per strada».
Sbagliano?
«Mantova, che è la città di Colaninno e della Marcegaglia, si presenta alla Borsa internazionale del turismo come città dei festival e investe il 10 per cento del suo bilancio in cultura. Noi dobbiamo investire sulla economia della musica e della cultura, e investire sul turismo internazionale».
Qualche esempio?
«Il 4-6 giugno è prevista la prima manifestazione della Fiera del Jeans a Genova. Stiamo cercando di attrarre tutte le più importanti griffe internazionali. Attraverso questa mostra la città punta a entrare nel mondo della moda. Se la Fiera del Jeans diventerà un appuntamento annuale, come speriamo, potrebbe spostare l´asse dell´economia genovese».
C’è anche la scommessa di un nuovo polo televisivo…
«È una scommessa che ci giochiamo nei prossimi mesi. Tutto nasce dal lavoro che la Film Commission ha fatto negli ultimi anni. Oggi c´è in ballo una fiction della Rai che dovrebbe durare cinque anni. A Napoli il polo televisivo nato intorno a La Squadra ha creato 1.500 posti di lavoro, che sono stati anche gli unici veri posti prodotti negli ultimi anni in quella città. A Genova il nuovo polo televisivo può diventare un pezzo importante dell´economia della città, ma naturalmente bisogna investire per attrarre questo investimento della Rai, mentre le istituzioni locali tendono a lesinare i fondi. Minoli cerca di trasportare questo modello a Palermo dopo il successo di Napoli».
Qual è il legame tra questa strategia e Genova "città dei diritti", l´iniziativa che lei lanciò alcuni mesi fa?
«Bisogna gestire bene il rapporto tra memoria del passato e futuro della città. Quando c´è stato l´anniversario dei fatti della Diaz sono andato a una fiaccolata e mi sono ritrovato da solo con i militanti di Rifondazione. E gli altri dov´erano? La città dimentica, ha una memoria selettiva. Genova è l´unica tra le città colpite dal terrorismo a non avere un monumento che ricordi le vittime. Lo costruiremo".
Quando?
«A partire da metà gennaio ci saranno diverse iniziative sul terrorismo. Il 23, la sera prima dell´anniversario della morte di Guido Rossa, sarà presentato un film della Rai sul terrorismo a Genova. Ma prima di quell´evento il sindaco annuncerà l´intenzione di costruire un monumento per ricordare le vittime. Non lo affideremo a uno scultore affermato. Non vogliamo il nome di un grande artista. Faremo un bando per gli studenti di Architettura e di Design perché siano loro a progettarlo. Affidiamo questo compito alle nuove generazioni. Ma prima sarà necessario coinvolgere gli studenti, spiegare loro che cosa è stato il terrorismo in questa città. Vogliamo legare le nuove generazioni alla memoria».
Questo è l´anno del Gay Pride…
«Si svolgerà il 12 giugno, e fa parte del percorso della "città dei diritti". Ma faremo anche altro. In aprile apriremo una bottega di Libera per vendere i prodotti delle terre confiscate alla mafia. A maggio lanceremo "Uguaglianze", un centro genovese per la tutela dei diritti degli immigrati".
Nando
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