Ancora su piazza Farnese. Il brutto dell’applauso

Eccomi, come promesso, di nuovo su piazza Farnese. Credo ne valga la pena, anche per il futuro. Allora, mettiamo in fila. Primo: non si contraffanno per comodità polemica le parole delle persone. Giusto, sacrosanto. Questo vale per Di Pietro. E ovviamente vale anche per me, che sono partito proprio dall’interpretazione autentica dell’interessato: siccome non sono un mafioso non posso tacere. Secondo: il presidente della Repubblica si può criticare. Giusto, sacrosanto anche questo, l’ho fatto anch’io con Cossiga (che Di Pietro lodava) e, per ragioni evidentemente assai diverse, con Ciampi. Il problema, trattandosi del presidente della Repubblica, è sempre il “come”. Se siamo d’accordo su questo, dirò ora qualcosa su cui invece non saremo tutti d’accordo. E cioè che si è prodotta in un’area della sinistra (o centrosinistra) la seguente convinzione: siccome il Pd è un oggetto senz’anima (tendenzialmente vero), le cose radicali o anche solo di buon senso sulla giustizia le dice Di Pietro (sempre tendenzialmente vero). Da qui l’assunto che tutto ciò che dice Di Pietro di più radicale rispetto al Pd sia sempre giusto. Eccoci a bomba: questo invece non è detto.

E secondo me non è detto soprattutto in questa situazione. Perché, cari blogghisti, il silenzio non è affatto “sempre mafioso”. Questo ho scritto, e questo ho voluto dire sull’Unità (del cui titolo non posso rispondere). E per quel che mi riguarda aggiungo quanto segue. Sono stato zitto, rigorosamente zitto, su quel che avevo davvero in testa, nel mio primo interrogatorio a Palermo dopo la strage di via Carini. Il procuratore di allora non mi convinceva. Sono stato zitto per mesi (mesi, in quella situazione…), finché mi ha interrogato Falcone. E a lui ho detto tutto. Accettando anche lo scherno di chi commentava “con tutto il casino che sta facendo, poi il figlio non aveva nulla da dire”. Ero omertoso? Sono stato poi zitto mentre scrivevo “Delitto imperfetto”, un anno e mezzo di silenzio assoluto, anche con gli amici più stretti, anche quando mi si chiedeva “ma possibile che il generale non abbia lasciato una nota scritta?”. Potrei tenervi qui pagine per spiegarvi che a volte la lotta contro la mafia o la corruzione chiede silenzio, silenzio, molto silenzio e poche parole a vanvera, magari da applauso ma suicide. Ma questo lo sanno bene quelli che questa lotta l’hanno fatta sul serio. Quelli che scoprono la gravità della mafia perché serve a rendere ancora più legittimo il loro antiberlusconismo (non è il caso di Di Pietro), lo sanno un po’ meno o non lo sanno affatto.

Ecco, io credo che in questa materia l’applauso di piazza e il risultato siano spesso in contraddizione. Quando presiedetti al comune di Milano la commissione d’inchiesta sulla corruzione nel commercio ero più abbottonato di un magistrato inquirente proprio per questa ragione. E con il presidente della Repubblica? Parlare o tacere? Dei cittadini lo possono anche criticare in piazza. Ma un leader politico -parlamentare meno. Chi ha responsabilità istituzionali, così io penso e così ho fatto anche con Ciampi all’epoca delle leggi vergogna, si appella al presidente, con fermezza. Ma non di più, e il di più è fatto di sfumature. E ogni sfumatura pesa. Un Napolitano sotto tiro compatta in superficie tutti in sua difesa (o contro Di Pietro). Ma in realtà la sua figura ne esce incrinata. Chi arriverà dopo ad attaccarlo, avrà un precedente. E lo userà non solo in un comizio di piazza, ma con giornali e televisioni e maggioranze al seguito. E sotto Napolitano c’è solo lui: Berlusconi. In questa situazione così limacciosa e gravida di rischi, è interesse della democrazia mettere in discussione l’unica autorità istituzionale che possa essere di garanzia e di equilibrio? Se si pensa che Napolitano sia la spalla codarda di B., sì. Altrimenti proprio no. Io credo che il centrosinistra al governo abbia dato la prova che ha dato perché ha dimostrato di non sapere mai chiedersi quali fossero le conseguenze delle sue parole e dei suoi atti (a partire dal modo in cui è nato il Pd per arrivare ai vaneggiamenti della sinistra “radicale”). Mi sembra che il vizio permanga su tutta la linea. Questo volevo dire.

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