L’assalto alle nostre coscienze. Dittatura e politica

(L’Unità, 9 febbraio 2009) – Era nata come l’antipolitica. Come l’apologia dello “Stato minimo”. Come una rivoluzione liberale di massa. Sta diventando la più poderosa invasione della politica che si potesse immaginare. Un’invasione senza confini, spinta da una volontà di potenza insaziabile. Il potere entra scalciando nelle nostre sfere affettive e mentali con la pretesa di piegare milioni di coscienze private alle proprie ragioni. Di abbattere ogni limite tra ciò che può essere oggetto di pubbliche decisioni e ciò che per la sua sacralità mai può esserlo. Ma la politica che questo pretende si chiama in un modo solo: totalitarismo. Tecnicamente, non per iperbole polemica. L’hanno scritto “in velo di ignoranza” (come si dice) plotoni di scienziati politici. Ignari che le loro dottrine potessero un giorno applicarsi all’Italia. Ma l’hanno scritto. Ci hanno spiegato -e alla fine sono stati convincenti- che la dittatura di destra (Pinochet per esempio) reprime brutalmente l’opposizione politica, ma non ambisce a presidiare le coscienze, i gusti, gli anfratti della vita civile. Mentre il potere sovietico, quello sì,  incombeva su ogni aspetto, anche il più intimo, della vita quotidiana, frugandoci senza rispetto. Per questo, pur essendo entrambe dittature, solo quella sovietica poteva in senso stretto definirsi totalitaria.


D’altronde, a conferma, Vaclav Havel, il grande presidente-intellettuale praghese, proprio lì fissava l’area della silenziosa e decisiva opposizione al regime: nella coscienza individuale, nella privatissima dimensione esistenziale. Lì il luogo da liberare, lì il luogo da cui comunicare. Ecco perché quando quest’area viene invasa si sente un annuncio di tirannia. Corredato dalle frasi da far ribollire il sangue che pronunciano i tiranni (il padre che deve “togliersi di mezzo una scomodità”…), dalla censura tipica delle tirannie (i tiggì vergognosi),  dalle menzogne tipiche delle tirannie (Eluana che potrebbe generare!, e mangerebbe e berrebbe quasi come noi), dalla spinta a travolgere le Costituzioni tipica delle tirannie. Spero che stavolta non ci si balocchi con i termini, facendo a gara ad ammorbidirli. Ma si abbia la responsabilità di vedere che cosa sta accadendo. Perché qualcosa di mostruoso accade. Il più pagano e immorale dei poteri si è sposato con il Vaticano; e insieme danno l’assalto al campo sacro delle nostre coscienze. Selettivamente. Poiché non si chiede ai medici di denunciare i latitanti in cura, ma gli si chiede di farlo con i dannati della terra. Non si tutela la vita nelle fabbriche e nei cantieri, ma lo si fa con l’accanimento terapeutico verso il povero totem di una ideologia fanatica. Sembra di sentirlo, l’annuncio: “verrà la politica e vorrà la tua anima”…No, non l’avrà la nostra anima, la politica.

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