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E’ Carnevale, svegliatevi bambine (e bambini)
La vita è un Carnevale. Lo è la giustizia, e non solo nel senso a cui alludeva De Gregori nella sua bella canzone (facendo il verso al cognome del noto magistrato di Cassazione destinato a rimanere in magistratura fino a 104 anni, mentre Borrelli ha dovuto sloggiare a 72, perché “mica possiamo essere una gerontocrazia”). E’, diventerà un carnevale, la giustizia, con questa legge sulle intercettazioni, di cui vengono sempre più a galla le follie; o meglio, quelle che sarebbero considerate tali in un paese di media onestà pubblica.
E’ un carnevale il governo, con quel presidente che sembra una maschera, fisica e mentale, in servizio permanente effettivo. Uno passa davanti a lui e viene tentato di tirargli via la parrucca e la calza di nylon stesa aderente al viso. Una maschera anche Brunetta, non per l’altezza e nemmeno per l’ipotenusa ma perché goldoniano di riporto(outing clamoroso: nel ’78 scrissi un libro con lui sulla piccola impresa!). Non è fisiognomica da strapazzo. E’ quintessenza della politica; precisa, meditata sintesi di valutazioni politiche.
E’ però un carnevale pure il Pd. Ma benedetti ragazzi, dovete sostituire Ignazio Marino con la Dorina Bianchi proprio il giorno dopo che abbiamo vissuto quella pazzesca settimana eversiva sulla povera larva di Eluana? E poi: dopo quel che è accaduto, siamo proprio sicuri che il ruolo di relatore sul testamento biologico debba essere affidato con criteri di corrente e quindi (non so per quale motivo…) a una parlamentare che viene dall’Udc? Ma di laico non esiste proprio più nulla? Io credo che ora più che mai il Pd, senza chiudere di un centesimo al mondo cattolico, debba però gestire con la massima energia il suo confronto con un Vaticano che ha dimostrato di considerare lo Stato italiano poco meno di uno scendiletto. In una situazione così le correnti devono essere mandate a quel paese, ma proprio a passi lunghi e ben distesi, come dicono a Roma.
E’ carnevale anche a Genova. Ed è l’unico che mi piace. Inizia domani e finirà con una fantastica sfilata sabato 28. Giampiero Alloisio, il direttore artistico, ha inventato per questo numero 0 del “Carnevale dei popoli” una formula unica. Un gemellaggio tra ciascun municipio di Genova e uno dei nove carnevali più affascinanti del Mediterraneo, da Nizza a Viareggio, da Patrasso a Tarragona, da Malta a Gerusalemme. Ci sono già 2500 cittadini che ci stanno lavorando gratis. Scuole, bande, corali, associazioni, un’infinità di persone e anche di animali. Già, perché Alloisio aveva chiesto di procurargli dieci cavalli e ce ne sono già cinquanta. E arriveranno cani a profusione. Una fiumana chiassosa e gioiosa da piazza De Ferrari, all’insegna di una bellissima frase di Goethe: “Il Carnevale non è una festa che si offre al popolo, ma una festa che il popolo offre a se stesso”. Venite a Genova il 28, non vi pentirete di certo (oh, ne hanno già parlato Topolino, Stop, Famiglia cristiana, Donna moderna ecc, e volete che non ne parli io che l’ho voluto?).
Ultima notturna. Domani è San Valentino. Auguri a innamorati, a corteggiatori e corteggiatrici, auguri a tutti i gracchi del mondo, auguri a noi che qualche amore in testa o nel cuore ce lo portiamo sempre. Io avrò l’onore di presentare, a nome di Libera, un concerto dei Nomadi nell’Emilia dei miei avi. Un ideale bacio perugina per tutti i blogghisti.
Nando
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