Franceschini? Mi punge vaghezza…

E così B. si è preso la Sardegna e l’ha messa nelle mani del figlio di un suo commercialista. Ossia nelle proprie. Oso perfino pensare che non gli interessasse tanto la vittoria politica, ambizione troppo nobile. Ma che gli premesse molto di più di avere a disposizione un presidente che potesse fargli avere tutti i permessi possibili e immaginabili: per devastare le coste dove gli serve, per fare vulcani artificiali dove gli piace, per fare costruire ovunque gli aggradi. Questa, in fondo, è la Sardegna secondo Silvio Berlusconi.

Di fronte a quel che è successo, chissà perché, mannaggia, mi viene di nuovo da pensare che fino a un anno e un mese fa il centrosinistra era al governo del paese e governava diciassette regioni su venti. E che, pur sapendo chi era B., gli abbiamo spianato la strada del ritorno al governo grazie a irresponsabilità e narcisismi (da Mastella a Bertinotti), dai quali peraltro non siamo proprio guariti, come dimostra la nostra spasmodica corsa a chiedere allo specchio stregato “chi è il più bello del reame” (chissà se stavolta il concetto è chiaro…). Prendo atto, non tanto serenamente, che il centrosinistra è in rotta. E che anche Di Pietro, che avrebbe dovuto raddoppiare, non tira i voti degli intenzionati ad astenersi. Questa, amici, si chiama crisi storica. E mi sembra irrisolvibile nel breve-medio periodo. Assurdo in questa situazione continuare nel giochino di società di chiedersi chi potrebbe essere il nostro Obama. Perché è come se la fine che è toccata a Dc e Psi dopo Tangentopoli abbia avuto un arrivo differito di quindici anni per noi. Ma fine è. La foto di gruppo, ormai, parla solo del passato anche se non è ingiallita.

L’idea, poi, di fare Franceschini reggente del Pd in questa fase dà anch’essa la misura della crisi, e tutto sommato anche del poco rispetto che si ha per il popolo del Pd. Franceschini è con Bettini il maggiore responsabile dello scandalo-disastro delle candidature, di cui ha menato vanto beato per mesi. Si trova a fare il numero 2 del Pd senza mai essere stato eletto da nessuno. Per uno scambio tra Ds e Margherita, dentro la quale pure non era mai stato eletto da nessuno come vice di Rutelli. Ribadisco qui ufficialmente: io nel Pd ci credo e ci ho sempre creduto. Ma sono uomo laico e vedo quel che tutti vedono. Per questo da un po’ di tempo, non so perché (o forse lo so bene), mi punge una vaghezza: di fare una telefonata a Vendola e Fava e di proporgli di prendere insieme il largo verso altri lidi. Dico la verità: lo stesso modo in cui si lanciano come cannibali contro Veltroni  un po’ di impressione me la fa. Il sogno è già finito? O, detto in altri termini: allora è proprio vero che le rape non danno sangue?

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