Questo sito non utilizza alcun cookie di profilazione. Sono utilizzati cookie di terze parti per il monitoraggio degli accessi e la visualizzazione di video. Per saperne di più e leggere come disabilitarne l'uso, consulta l'informativa estesa sull'uso dei cookie.AccettoLeggi di più
Il racconto di Prodi. E zibaldoni a manetta
Zibaldone. Mi piace questo termine, che vuol dire tutt’altro che accozzaglia o raccolta di articoli. L’ho usato per presentare a Messaggerie il libro (l’opera prima!) di Riccardo Orioles che uscirà con Melampo. Un titolo stupendo, idea dell’autore (che ora dirà che non è vero niente, che il merito è di un ragazzo catanese o napoletano eccetera eccetera): Allonsanfan. Allonsanfan, dunque. Sì, ha ragione Prodi, rispondo a chi me lo chiede. Il governo cadde esattamente per la ragione indicata da lui, l’annuncio di andare da soli in un momento di estrema fibrillazione (caso Mastella…); anche se molti elettori non vollero sapere né capire, perché l’idea che per la seconda volta si buttasse giù un governo Prodi sapendo di avere dall’altra parte B. era troppo drammatica da accettare. Ci si illudeva di tirar fuori dal cilindro un governo istituzionale, Amato o Marini, chissà. Poi sarebbe arrivato Veltroni, con Franceschini accanto. A volte non ricordare aiuta a vivere meglio, altre volte aiuta a perdersi.
A proposito dell’attuale leader del Piddì, leggo che a Milano, parlando ai giovani del partito li ha esortati a non dividersi in franceschiniani, veltroniani e dalemiani. Sul principio, nulla da dire. Sul fondamento empirico dell’esortazione però ho qualche dubbio. Forse accade da qualche giorno, ma io non ho mai sentito un giovane definirsi franceschiniano. Auguri comunque.
Auguri alla giustizia, visto che non si trovano giudici con la voglia di andare in Sicilia. E te credo, come si dice a Roma. Li insultano, li minacciano, gli tolgono la possibilità di indagare, e poi vorrebbero pure che si mettessero in fila per rischiare la pelle? Che schifo, ragazzi. Che schifo non rendersi contro del disastro che si sta producendo, accademico dibattito dopo accademico dibattito, con qualche rutto di contorno.
Ieri Moro e la sua scorta (Zibaldone, ho detto, no?). Via Fani e quel che immaginiamo di non saperne. Tra un’ora sarò a parlarne in un liceo privato milanese che mi ha invitato, il Gonzaga. Amo parlare con i giovani, specie -questo sì-, se non si dichiarano franceschiniani dalemiani e veltroniani. Per questo mi spiace da morire di finire il mio corso intensivo a Scienze Politiche questa settimana. Dispiacere appena temperato dalla voglia di buttarmi nella tre giorni di Libera già da giovedì, a Casal di Principe. E giusto ai giovani consiglio di seguire, qua a Milano, la bella rassegna musicale che con un pugno di euro ha organizzato un bravissimo consigliere di zona del Piddì (per la serie: mica tutti sono scamorze). Andare su www.rosariopantaleo.blogspot.com. Buona musica!
Nando
Next ArticleContraccettivo for President. E studenti d'annata