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Erri De Luca e Gherardo Colombo. Ve lo do io un consiglio
Sto leggendo un bel libro. L’ha scritto Erri De Luca, uno dei miei scrittori preferiti. Ne ho addirittura due copie. Una me l’ha comprata Emilia, l’altra Maria Grimaldi (nome di blog: Mariaa..), fornitrice della Real Casa in materia. Si chiama “Il giorno prima della felicità”. E l’avrei consigliato di cuore a tutti se non avessi letto una stonata intervista dell’autore sulla bellissima manifestazione di Napoli di sabato scorso. E’ uscita sul “Corriere della Sera” di domenica. Ecco che dice il nostro a proposito del corteo sul lungomare: “In prossimità del mare le voci si disperdono. Con tutto quello spazio le persone sembrano di meno. E se vuoi gridare qualcosa, finisce che la metà la sentono soltanto i pesci”. Fin qui ambiguo. Poi il pezzo forte: “Tra le vittime però io metterei anche le famiglie dei mafiosi, quegli uomini chiusi in carcere con un regime di massima sicurezza, che patiscono una pena supplementare”. Domanda: “supplementare” a che? E rispetto a chi? Che si vuol dire, che quei familiari (i familiari dei mafiosi) sono forse più vittime di chi si porta la foto cara di un innocente appesa al collo, per colpa di chi sta in carcere (se e quando ci sta)? Ahi, qua si respira l’aria delle invettive dell’ultimo Sciascia contro gli studenti ribelli di Palermo. Erri De Luca ne sarà contento. Dirà che Sciascia è un modello, ecc. ecc. Io mi domando invece perché questi movimenti, già così censurati e osteggiati, già così privi di sostegni finanziari e mediatici, debbano trovarsi davanti pure lo scetticismo beffardo degli intellettuali progressisti.
Non farò come Emilia che, già fan di De Luca, giura oggi che non ne leggerà più un libro. Però vi consiglio, questo sì, un altro libro. L’hanno scritto per Salani Gherardo Colombo e Anna Sarfatti. Si intitola “Sei stato tu?”, sottotitolo “La Costituzione attraverso le domande dei bambini”. Un libro fresco, perfino geniale; un approccio facile facile (ma profondo, e quanto…) alla nostra Costituzione. Gli intellettuali non sono grandi in assoluto, ma lo sono anche rispetto alle cause che servono; le quali -a parità di talento- li rendono più o meno grandi. Ce lo dicevamo anche ai tempi della Rete, di cui ho appena rinfrescato il ricordo sabato sera e domenica scorsi ad Acquasparta, vicino a Terni. Bel confronto con Leoluca Orlando e una quarantina di ex retini, molti passati all’Italia dei Valori. Per dare retta al consiglio di Orioles, mancava Claudio (Fava). E mancava pure la pizza. Sarà per un’altra volta. Intanto c’è una grande novità. Alfa10, la dici tu?
Nando
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