Le lotte e il Transfuga. Piccole lezioni

Libri, libri. Fan bene all’Italia caciarona, specie se non sono accademia della crusca (molto intenso si sta facendo in giro il dibattito sullo sproloquio di Erri De Luca sulla manifestazione di Libera). Vi segnalo dunque “Lotta civile” scritto per Chiarelettere da una giornalista di Radio Popolare, Antonella Mascali. Che io chiamo Antonellina avendola conosciuta quando, a quattordici o quindici anni, mi invitò nella sua scuola catanese a parlare di mafia; avendola poi vista arrivare diciannovenne a Milano per fare buona informazione, fresca dell’ esperienza compiuta nei “Siciliani-giovani”, nati dopo l’uccisione di Pippo Fava. E avendola infine seguita nella sua tesi di laurea a Scienze politiche. Antonellina ha scelto di raccontare attraverso un gruppo di belle interviste la storia delle vittime della criminalità organizzata. Alcune non le conoscevo nemmeno io. E giuro che di spunti ne arrivano davvero tanti, al cuore e alla mente. Mi ha fatto tenerezza che sia voluta partire da Elena Fava, sorella di Claudio ma soprattutto figlia di Pippo. Un omaggio al maestro mai conosciuto, al quale una sera d’inverno lei volle dedicare con alcuni suoi coetanei la via dello Stadio. Un gesto di forza, abusivo, ma che la città alla fine dovette tradurre in riconoscimento ufficiale.

Forse se avesse letto qualche libro in più e trafficato un po’ meno in affari anche il nostro capo del governo, e il suo manipolo di fedelissimi con lui, si sarebbe vergognato un po’ di quel testo pazzesco e illiberale sul testamento biologico che sono riusciti a sfornare. E questo sarebbe il “partito liberale di massa”? Ma questa è la Congregazione della fede, accidenti.

Libri ne ha letti invece Pierluigi Mantini, ma non gli è bastato. Mantini è il parlamentare-avvocato milanese che è appena traslocato dal Pd all’Udc, ricevendone in cambio, scrivono i giornali, la candidatura alla presidenza della provincia di Milano. Nella vicenda c’è la solita vena surreale e comica di questi casi. Mantini veniva dai laburisti, poi era andato con Di Pietro, poi aveva fatto il prodiano laico (oh, quant’era laico, era il più laico di tutti!), indi il passaggio a Rutelli, si dice con la speranza di diventare il segretario della Margherita milanese. Già il dipietrista-laico che va nell’Udc di Cuffaro è cosa amena assai. Ma dovete sapere (embe’, fatemelo togliere il sassolino dalla scarpa…) che proprio per candidare Mantini nel 2006 io fui l’unico (l’unico…) che venne invitato a scegliere tra parlamento e governo prima del voto. A Mantini non si poteva rinunciare, era un fedelissimo dei prodiani e dell’Ulivo; più di me si pensava, perché eseguiva con zelo tutto quel che gli si chiedeva. Poi Franceschini e Bettini lo hanno confermato, lui mica era un professionista della politica… Telchì el Mantin, direbbero Aldo Giovanni e Giacomo. Chissà quando si capirà che i più affidabili sono quelli che stanno con te anche se pretendono di ragionare con la propria testa…Forse bisognerebbe alzare la qualità dei libri. Ora comunque vi saluto. Vado a Imola a parlare di stragi e misteri d’Italia. E poi a Casalecchio a chiudere al nord la dieci giorni di Libera. Nonostante tutto, allegro buon week end. E che l’Udc vi benedica.

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