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Terremoti e fortapasc
Me ne assumo la responsabilità. Stasera ho urlato “ma questo è regime, è regime, e che diavolo è se no?”. Un terremoto previsto, previsto anche nelle dimensioni, ha ucciso decine e decine di persone in un capoluogo di regione. Chi l’aveva previsto è stato minacciato (così ho capito) dalle massime autorità in materia di essere trascinato in tribunale per “procurato allarme”. Ora che i morti ci sono stati, ora che centinaia di nostri fratelli sono nel lutto più disperato e chiedono giustizia, chi ha minacciato quella assurda, fanfaronesca denuncia dovrebbe essere denunciato -lui sì- per omissione di atti d’ufficio e per omicidio colposo e per chissà quali altri reati. E invece ecco la sfilata dei tiggì, delle facce contrite, a dire che tutto era imprevedibile, che davvero non si poteva scientificamente sapere. E B., reduce dalle sue scintillanti figure internazionali, a dire che guai a strumentalizzare, ora è il momento del dolore e di mettersi al lavoro per aiutare le vittime. Che schifo, che irrefrenabile disgusto nel vedere sempre gli stessi repertori, le stesse rancide recite, pur di non prendersi le proprie responsabilità. Perché, vedete, uno potrebbe dire onestamente: abbiamo ritenuto diversamente per questo o quell’altro motivo, e scusarsi. Ma non usa. E d’altronde come spiegare che invece qualcuno, uno scienziato e non un ubriaco, un ricercatore e non una fattucchiera, aveva previsto? O come spiegare che volevano portare in tribunale la scienza? Zitti, tutti zitti, che gli italiani non sappiano che i morti e i lutti si potevano evitare.
La primavera…Inizio a fare autocritica onesta. C’è, amici, c’é. Il guaio è che è circondata, come fortapasc. Oggi sono stato al “Galilei”, liceo scientifico di Caravaggio, terra di Lega e di rancore, ed è andata benissimo. La legalità, la Costituzione. L’avevano organizzata i genitori, l’assemblea con le quarte e le quinte. Conclusione: nascerà un circolo di Libera nella scuola. C’era anche il don Franco di cui vi ho parlato in autunno. Ragazzi dal viso attento, non pelandrone. Grande discussione sulla zona grigia, ma soprattutto sull’informazione, perché è poi vero che i ragazzi hanno questo di miracoloso: che non leggono i giornali ma sanno perfettamente come sono fatti.
Altre cose buone? L’infinita gentilezza del controllore del treno che di prima mattina spiegava con santissima pazienza a una anziana signora (“mi saluti sua sorella”) come fare per cambiare treni e pullman fino a Peschiera. Mentre non so se siano o no buona cosa i complimenti ricevuti oggi per ben due volte per il solo fatto di essere stato incontrato in tram: se basta andare in tram per diventare meritevoli di lodi, vuol dire che davvero la politica è conciata malino.
A proposito: accolgo con gioia la notizia della candidatura nel piddì, per le europee, di Francesca Balzani, giovane avvocato (tra l’altro: chiuse con memorabile maestria le vicende contabili della vecchia Unità), respirò da ragazza aria di Rete, ora assessore al bilancio di Genova, finalmente una vera risorsa nuova, e non un portaborse, per la politica. Ogni tanto succedono questi prodigi. Volete sapere se mi candiderò? Ho risposto di no (ma non vi dico a chi). Non voglio che la presidenza onoraria di Libera e Sociologia della criminalità organizzata vengano viste come parentesi momentanee in vista di una nuova poltrona. E poi, anche se con qualche fatica, io mi diverto. Tranne quando vedo le immagini dall’Abruzzo e quando sento aria di regime.
Nando
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