Questo sito non utilizza alcun cookie di profilazione. Sono utilizzati cookie di terze parti per il monitoraggio degli accessi e la visualizzazione di video. Per saperne di più e leggere come disabilitarne l'uso, consulta l'informativa estesa sull'uso dei cookie.AccettoLeggi di più
Padri e padrini. E la musica dei Modena
Sono di passaggio da Milano, andando da Cornuda a Verbania. Cornuda è una cittadina, oddio, forse quasi un paese, in provincia di Treviso. Governata per ora da una civile amministrazione di centrosinistra che rischia, nonostante il faticoso buon governo, di vedersi scippare a giugno il municipio dalla Lega. Perché non è affatto detto che chi ben governa se lo vedrà riconosciuto. Conta sempre il vento della storia. E gli umori, e le fobie, e i cuori ai quali non si comanda, né da una parte né dall’altra. Pensate che la Lega a Cornuda ha raccolto firme contro la nuova biblioteca, sostenendo che una bella e grande biblioteca esiste già a Castelfranco, che è a “soli” venti chilometri. Dove si dimostra che la civiltà dell’auto ha il sopravvento su quella del libro anche nell’inconscio (nel senso: ma come si fa a dare una motivazione del genere?). A Cornuda, in un cinema affollato, ieri sera si è parlato di mafie ma soprattutto di mio padre, a cui l’amministrazione ha dedicato una nuova piazza recintata da eleganti porticati. Ventisette anni dopo. Da qui la mia elementare e consolante osservazione: la blasonata squadra “memoria di popolo” batte l’arrembante squadra “calunnie di Cossiga” 2-0. E tanto mi basta.
Non mi basta invece sapere che proprio in questi giorni è uscito il nuovo videogioco del “Padrino” per togliermi di dosso la sgradevole sensazione provata ieri alla Fnac di Milano. Lì abbiamo presentato -i Modena City Ramblers e Libera- il tour musicale che i Modena faranno dal 25 aprile al 9 maggio sui terreni o davanti ai beni confiscati alla mafia. Prima Foligno, quindi a Genova il 26 per chiudere la due giorni di festeggiamenti della Liberazione (almeno su questo a Genova non hanno avuto il braccino corto), poi giù giù fino a Cinisi per l’anniversario di Peppino Impastato. La trovo un’idea grandiosa. La musica (la canzonetta, direbbe qualcuno) e l’allegria nei luoghi di tante brutture sociali, quattordici concerti in quindici giorni, quasi una folgore di democrazia che attraversa l’Italia. Abbiamo anche concluso in festa la conferenza stampa (perché i Modena in questo sono impareggiabili) con don Ciotti e il sottoscritto chiamati a intrupparsi nella versione “modenese” di “Bella ciao” (e due, dopo i Nomadi! Ecchisono io, babbo Natale?). Eravamo tutti contenti per questa partenza del tour, che Lorenzo è venuto da me e mi ha detto: guarda i ragazzi che cosa facevano mentre noi presentavamo il viaggio sui beni confiscati. Guardo: secondo piano della Fnac, il nostro stesso piano, distanza venti metri. Un gruppo di ragazzi, molti all’apparenza non di origine italiana, erano rapiti dalla simulazione del Padrino. Assembrati intorno al video, rapiti, estasiati, si cimentavano con le possibili imprese del boss. Come direbbe Lillo? Minchiazza, quanto c’è da lavorare. E così avendo parlato, vado a vedere a che punto sono i prossimi libri di Melampo (ve ne annuncio uno bello assai di Caselli), e poi vado a Verbania. Saludos queridos.
Nando
Next ArticleIl ragioniere che sparava come un dio