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Un euro per l’Abruzzo? Io farò così…
21 aprile 09, Natale di Roma. Apprendo che per l’occasione ai Fori Imperiali è stata trasmessa su maxischermo all’aperto la storia della cosiddetta Città eterna. Con filmato del Duce che dichiara la guerra. E’ stata apologia? Se c’era tutta la storia di Roma e, come dicono, pure Nerone, non mi sembra così grave. Ben più gravi mi appaiono le dichiarazioni di B. sulle indagini dei magistrati abruzzesi. Pensate che un mio studente, appena saputo del terremoto, mi ha mandato una mail per chiedermi se sarebbe stata un’occasione d’oro per le organizzazioni criminali. Mi sono inorgoglito. Il giovane si era sentito raccontare, durante il corso, della pacchia che era stato il terremoto irpino per la camorra. E ha fatto due più due. Ora, escluso che B. non sappia fare due più due, quel che ha detto con fastidio sulla voglia della Procura dell’Aquila di vederci chiaro suona davvero come una specie di “condono preventivo”. E siccome anch’io so fare due più due, intervengo nel dibattito se dare o no un euro per l’Abruzzo e così ufficialmente mi pronuncio: non metterò un euro su alcun conto gestito dallo Stato. E non perché non mi fidi di chi li raccoglierà e ne terrà il conto e li destinerà a questa o quella città, a questa o quella opera. Ma perché la storia insegna. E se, dopo che ha insegnato, queste sono le parole che si usano, io vengo preso da un timore: non quello di gettare via un euro, ma quello (mille volte maggiore) di regalarlo alla camorra o a Cosa Nostra a botte di opere inutili o di tangenti o di levitazione dei prezzi.
Dunque l’euro lo darò, ma a don Farinella, un parroco del centro storico genovese che, con grande fatica personale, organizza bellissimi concerti di musica antica e barocca, e che è in stretto contatto con un parroco abruzzese, il quale renderà conto nel dettaglio delle sue spese per i bisognosi. Ha vinto la Chiesa sullo Stato? No, han vinto le buone e trasparenti intenzioni sulle parole non trasparenti di un capo del governo. E bravo al procuratore nazionale antimafia Piero Grasso che ha deciso di spedire apposta in Abruzzo alcuni dei magistrati più esperti e affidabili. Ma pensa te come siamo ridotti…
Nando
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