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O quante belle figlie madama Doré. B. e gli ozi di Casoria
Insisto, insisto, insisto. Ci sono particolari che disegnano lo stato di un paese, della sua cultura, della sua politica, più di dieci trattati. Per esempio la storia di Noemi, la bella diciottenne napoletana, anzi casoriana, che riceve da B. foto con dediche inverosimili, che lo chiama “papi” (se mia figlia chiamasse “papi” un altro farei cose da pazzi), e che addirittura riceve la sua visita a casa la sera durante la festa del suo compleanno, con tanto di diamanti in dono. Ma provate a immaginare un capo del governo che in un paese terremotato e in crisi galoppante, invece di fare un giro nei commissariati napoletani a tenere alto il morale dei poliziotti impegnati contro la camorra, si porta auto e scorte al seguito per andare a una festicciola fuori città. Uno che poi, alle tivù in ginocchio, dice che passa quaranta ore di fila a lavorare. Sembra un tormentone. Il giorno che gli fotografarono l’agenda sventolata con fare di vittima in conferenza stampa, si scoprì, con i dovuti ingrandimenti, che di mercoledì, giorno di massimo impegno del parlamento, passava l’intero pomeriggio a incontrare avvenenti ragazze e signorine. Stavolta si atteggia a Cristo con la croce in spalla e poi vieni a sapere che va a Casoria a festeggiare una diciottenne, mentre Veronica dichiara di non averlo visto praticamente mai ai compleanni dei suoi figli (della serie: te lo do io il papi…). La cosa è così enorme che B. deve scusarsi. Sicché si inventa (ecco il secondo particolare) che lui è grande amico del padre, socialista e vecchio autista di Bettino. I socialisti craxiani ma soprattutto Bobo smentiscono di brutto. Mai conosciuto questo signore. Chi lo conosce però (ed ecco il terzo particolare) è la giustizia italiana, visto che nel 1993 il tipo in questione venne arrestato con l’accusa di peculato e concussione per una tangente da 35 milioni. Oh, ma proprio lì, a casa sua, doveva finire B, manco fosse un rabdomante… Ecco spiegato, forse, il mistero del “papi”: la ragazza ha registrato un’affinità nel vedere le cose del mondo.
Non meno esplicativa dello stato del paese è la rivolta del ministro Rotondi. Il quale si dichiara pronto a dimettersi dal governo mica per il lodo Alfano o per lo sconcio delle liste inzeppate di veline. Ma perché, a lui della Dc, non gli hanno candidato quel gioiellino di Cirino Pomicino. Dunque sarà vendetta, terribile vendetta. Non farà mancare il suo voto al Popolo della Libertà, si intende. Solo che lo darà a Berlusconi esclusivamente “in quanto mio testimone di nozze”, così impara. Temibilissimo. Ammettetelo, qui tra “papi” e testimoni di nozze, compari e pregiudicati, è indubbiamente un belvedere, altro che il famigerato “teatrino della politica”. A proposito del quale, ultimo particolare, vuoi mettere quel padre che ha cercato di darsi fuoco davanti a Palazzo Grazioli perché non gli candidano la figlia “bellissima” alla quale era stato promesso un posto in lista alle europee? Ma dove lo trovate un altro paese così? Ma non vi rendete conto, ingrati, che state vedendo cose che gli umani non conoscono?
Nando
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