Undici metri da Caselli a Scalfaro

Appuntamenti che passione. Anzitutto, vi ridò quello della mia presentazione di “Album di famiglia” a Milano, al pensionato Bocconi lunedì prossimo. Dialogo con Giovanni Bachelet ed Elisabetta Soglio, ore 21. Però in ordine cronologico e affettivo viene prima il grande ciclo sulla Costituzione organizzato dalla premiata associazione “Undici metri. Officina politica”. Che è fatta da un cospicuo manipolo di trentenni e ha allestito tre serate proprio sulla nostra Carta costituzionale. Prima serata (venerdì scorso): insegnare la Costituzione, con Gherardo Colombo. Seconda serata (annotate, pigroni, domani martedì sera alle 21): difendere la Costituzione, con Giancarlo Caselli. Terza serata (sabato alle 19.30): scrivere la Costituzione, con il mitico Oscar Luigi detto Scalfaro. Un bel tris da non perdere, eh? E ora vorreste sapere perché questo ciclo mi preme affettivamente più della presentazione del mio libro? Semplice, perché tra gli organizzatori-promotori-ispiratori c’è il mio Gracco maggiore. Il quale da un certo numero di settimane si sta coscienziosamente allenando con diversi suoi amici a presentare, fare domande, suscitare curiosità, far venire fuori un po’ di sani valori. Il tutto condito con un’atmosfera giocosa giusto per ambientarsi e poi instradato verso una prussiana serietà dell’ascolto quando il gioco si fa duro (eccetera eccetera).

Dove avviene tutto questo? Sui Navigli, all’Arci Bitte di via Watt 37. Per Colombo c’erano 350 persone, di cui 300 giovani, e ditemi se è poco. Il bello è che il Gracco si è mosso in autonomia e della sua intervista a Radiopop ho saputo da interposta persona mentre ero a Genova (complimenti, sciagurato…). Be’, lo ammetto, tanto per essere imparziale, considero anche questi dei refoli di primavera.

E siccome l’associazione si chiama “Undici metri” con chiara allusione al calcio di rigore, lasciatemi festeggiare per associazione mentale la grande vittoria dell’Inter. E’ scudetto, amici cari! So che non è stata un’Inter grandissima, ma avere impedito al signor B. di ciucciarsi pure lo scudetto, mi dà una sottile, perfida e inutile sensazione di piacere. In fin dei conti si vive anche di quisquilie.

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