Outing: anch’io ho incontrato Noemi (maggiorenne)

Blogghisti di tutto il mondo, ma non vi sembra stratosferico il titolo del “Vernacoliere”? “Operato Berlusconi. Gli hanno tolto la topa dal cervello”. Be’, io ho riso per un quarto d’ora… E a proposito, mentre sono al computer su un tavolo di Jaccato, il leggendario ristorante che Nando Benigno sta conducendo a nuove glorie insieme con Annalisa dal porto di Brindisi: volete che vi faccia un outing clamoroso? Lo volete voi? Ebbene, tenete il fiato: anch’io ho la mia Noemi! L’ho scoperto a Roma l’altra sera mentre facevo la presentazione del mio “Album di famiglia” (grazie Paoletta, grazie Andrea, grazie tutti). Alla fine della presentazione, condotta non da Marco Damilano ma da Roberto Morrione e Francesco Vergovich, si è fatta avanti una ragazza dall’aspetto gentile, capelli lisci e occhi luminosi. Mi firma il libro?, mi ha chiesto dopo avere fatto un po’ di fila. Certo, ho risposto, a chi lo dedico? A quel punto silenzio; almeno due-tre secondi di silenzio. Poi lei mi ha guardato un po’ imbarazzata e mi ha detto, tradendo un indecifrabile senso di colpa: veramente il mio nome è Noemi, però sono di Libera. Quasi non ci credevo. Così a quel punto ho urlato ridendo: ragazzi, anch’io ho la mia Noemi, per favore una fotografia. Me l’hanno fatta, e se l’interessata accetterà la renderò pubblica. Lei ha voluto aggiungere: io però sono maggiorenne… E io: ma che importa, basta il nome, Noemi è sempre Noemi. Esempio plastico di come dove passa il Cavaliere non cresca più l’erba: non si può più dire Forza Italia, non si può più dire Noemi, non si può più dire Patrizia, non si può più dire Certosa (al massimo certosino). Così le ho scritto la dedica, le ho stretto la mano e alla fine l’ho accarezzata sapendo che, poverina, non si disferà facilmente di quel bellissimo nome, o meglio della sua pubblica memoria. A lei, timida e dolce maggiorenne di Libera, vada la solidarietà di tutti noi.

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