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Arridateci Cenerentola
21 giugno. Il giorno più lungo dell’anno. Il buio più tardo. Festeggerò l’azzurro che si fa blu toccando fugacemente le dita dei Gracchi riuniti a cena.
Piccole note per i blogghisti prima di uscire. Be’, me lo riconoscerete, gente di poca fede, che sin dall’inizio del caso Noemi ho scritto che questa era la prima vera crepa che si apriva nel dominio berlusconiano. Che da subito ho visto in quel che accadeva non un fatto privato ma il pubblico segno di una crisi di sistema. Non capisco come tanti personaggi o amici che si reputano dotati di acume politico e intellettuale possano ancora recitare la nenia del fatto privato, del gossip, o invitarci a guardare ai problemi “veri” dell’Italia. Ma perché, il passaggio dalla Repubblica parlamentare al sultanato che cosa vi sembra, un problema piccino picciò? Allora qui vi dico, esponendomi forse con troppa audacia, la seguente cosa: è in arrivo una crisi come quella del ’92. Allora fu il tracollo della prima repubblica, nata dai partiti; qui sarà il tracollo della seconda repubblica, nata dalla televisione. Lì Mario Chiesa, qui Noemi.
E intanto vi consegno alcune perle di cronaca, che forse nella concitazione della lettura, nel riso, nel sarcasmo, nel disgusto, vi sono sfuggite. Una ragazza di 22-23 anni pone il problema di non essere stata pagata per presenziare a una cena con il capo del governo. Arridateci Cenerentola! Voglio dire: in tutto il mondo normale una ragazza senza arte né parte che venga invitata a cena dal capo del governo pensa che sia uno scherzo, poi va in paranoia perché non sa che mettersi, poi arriva emozionata, poi chiede quale santo deve ringraziare per essere capitata lì in quella cena. Qui no, vorrebbe pure essere pagata. Perché lo sanno tutti che “da una vita” (a 22 anni!) fa la ragazza immagine. Pensate com’è caduta in basso la considerazione che circonda il capo del governo. Ma non è umiliante questo? Vi immaginate Cenerentola che chiede di essere pagata per andare alla festa del principe?
Poi vi segnalo Licia Ronzulli, neodeputata europea, fisioterapista, che B. ha sbandierato in pubblico come esempio di impegno volontario nel terzo mondo, facendola appoggiare come nessun’altra nel Nord-ovest. Indicandola come esempio, come gioiellino della nostra sanità. Ora una delle ragazze ci dice che è proprio lei, Licia Ronzulli, che “organizza la logistica dei viaggi delle ragazze. Che decide chi arriva e chi parte. E smista nelle varie stanze”. Insomma, una madre Teresa di Calcutta in piena regola; che ora replica che lei, sì, andava a Villa Certosa (“sempre con mio marito”; non dubitavamo) e dava una mano nell’accoglienza.
Poi vi segnalo quel che ho trovato sulla edizione pugliese di Repubblica: la stranezza di un ricco imprenditore barese, di cognome Antro, presidente locale dei piccoli imprenditori, che fa l’assistente parlamentare di Elvira Savino, giovane e avvenente deputata di Conversano, amica di B., frequentatrice di Palazzo Grazioli (non è che ci sono anch’io in queste intercettazioni?, ha chiesto a un giornalista). Un imprenditore (presidente dei piccoli imprenditori!) che fa l’assistente parlamentare. Perché? Forse per avere libero accesso al parlamento, per usare la politica per fare meglio affari, per entrare meglio nel bel mondo romano? Ammetterete che è un bel rebus…
E infine segnalo un’altra ragazza, che “Repubblica” chiama “L.” per tutelarne l’identità e di cui tutti gli altri danno nome e cognome. Anche lei è andata a Palazzo Grazioli. I giornalisti a lei: “Suo fratello ha avuto recentemente problemi con la cocaina. E’ stato accusato di spaccio”. Lei “A me non lo ha detto. Evidentemente è una cosa che ha preferito tenere per lui. In famiglia teniamo molto alla privacy”. Ah, la privacy…che grande cosa…
Nando
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