Rapporto dalla Puglia: non solo escort

Io voterò Penati a Milano. Scheda bianca sui primi due quesiti referendari (o scriverci Papi?) e sì al terzo, quello sul divieto di presentazione dello stesso candidato in più circoscrizioni, fonte di abusi e soprusi e mercimoni intollerabili. Purtroppo di introdurre le preferenze non parla nessuno, crollerebbe davvero il sistema se un giorno ci si dovesse accorgere che quasi tutti i “leader” sono senza elettorato al seguito. Nel frattempo calano a precipizio gli elettori. Ma non per questo si pensa a bonificare la politica. Il centrosinistra gongola perché in testa sua ci guadagna; il centrodestra pensa di rimediare raddoppiando e domani triplicando il tempo delle urne aperte.

Ho cenato dunque ieri sera con i Gracchi, oltre che con la consorte Emilia (e si capisce)  e con Eschina, luminosa fidanzata del mio maggiore. Il quale mi ha raccontato di essere andato tutto speranzoso a una riunione di Sinistra e libertà e di esserne stato sconvolto dalla vecchiezza del linguaggio. Mi sa che la famosa scossa ce la dobbiamo dare tutti noi. Abbiamo respinto fuori dalla politica milioni di persone. E quattro milioni di elettori ha spinto fuori dai suoi confini il Pd in un solo anno. Può ben riflettere su tutto questo -e rimediare a tutto questo- chi lo ha prodotto proprio con il suo modo di comportarsi e di pensare?

Il mondo che si dà da fare avendo a cuore i valori di eguaglianza e di giustizia, di libertà e di democrazia, è proprio altra cosa. L’ho visto anche nella mia ultima missione pugliese. Venerdì mattina “L’etica dell’impresa” con la Scuola di formazione politica “Antonino Caponnetto” all’Università di Lecce. Il tema è promettente, va scavato e riscavato anche con riferimento ai fatti italiani degli ultimi decenni (che non danno segni di discontinuità se non per la lotta al racket in Sicilia). Bello, ben riuscito. Bravo Francesco e grazie al rettore Laforgia. Consiglio a tutti per il futuro: fare seminari più che convegni. Danno maggiore compattezza, uniscono di più sul piano umano, consentono uno scambio maggiore di idee. Poi presentazione di “Album di famiglia” a Brindisi e Lecce. Partecipazione molto alta in tutti e due i casi. Nel primo caso ha organizzato (sempre per la Scuola Caponnetto) un maestoso e tonico Nando Benigno. Che mi ha fatto scoprire, oltre ad alcuni professionisti di valore, uno strepitoso insegnante di italiano delle superiori brindisine, Sandro De Rosa, che si mangia politici e giornalisti, come direbbe Ghedini, “in grandi quantitativi”. Una relazione di livello altissimo, siamo rimasti tutti a bocca aperta. Lo raccomando caldamente a tutte le riviste per le recensioni e a tutti i circoli per le presentazioni di libri.

A Lecce ho scoperto invece una raffinata e appassionata associazione enogastronomica, si chiama “Peperosa” e l’hanno fondata Mara e Carla Fornari. Hanno organizzato loro, riempiendo la sala come non avrebbe saputo un partito. Sede: la nuova biblioteca provinciale, anche quella animata da personale colto e con la passione del proprio lavoro addosso, che ci ha tenuto a mostrarmi i suoi progetti. A presentare c’era una giornalista, Lucia Accoto, di una tivù locale, che non deve possedere le entrature giuste perché mi è sembrata di una bravura (e di una sensibilità) che annuso molto a fatica nelle (generose) praterie del nostro giornalismo nazionale. Insomma, un pezzo di paese libero e democratico e dignitoso c’è. E c’è ovunque. Ma è senza rappresentanza. Sembra banale ridirlo, ma è così.

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