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Martella errata corrige. Preferenze e incitamenti. E B. il rabdomante
Domenica di note sparse, in libera uscita dal mio pensoso impegno festivo su un saggio (breve, oh!) sulla criminalità dei colletti bianchi.
Prima doverosa nota su Andrea Martella, deputato piddì. Qualche post fa avevo ironizzato su di lui, e sull’abitudine di un certo buon gruppo di politici di non salutare quelli che ritengono situarsi su un gradino di prestigio o di potere inferiore al loro. Occasione: un prolungato, mancato saluto nella sala Freccia Alata di Fiumicino. Quel post ha avuto una discreta circolazione, essendo stato anche ripreso dalle agenzie. Venerdì alla Direzione del Piddì Martella mi è venuto incontro e mi ha spiegato di essere caduto dalle nuvole nel leggere il blog, mi ha dato la sua parola di non essersi nemmeno accorto della mia presenza in quella sala. Civilmente accolgo la sua precisazione, e civilmente la metto nel titolo del post, con lo stesso risalto del precedente, come dovrebbero fare tutti i giornali davanti alle smentite. Per un Martella su cui mi correggo, ce ne sono altri, ex segretari di deputati a loro volta diventati deputati per grazia ricevuta (dalle liste bloccate), che non solo non salutano in proprio, ma addirittura non rispondono al saluto, nemmeno se accompagnato da pacca sulla spalla. Che ne dite dunque del signor L.? (grazioso indovinello).
Seconda nota sui risultati della Direzione medesima. Nessun giornale, mi sembra, tranne “Europa”, ha raccontato della nostra piccola battaglia per introdurre le preferenze per formare la futura assemblea nazionale. Insomma, dàgli al Tg1 per i suoi vergognosi silenzi sul signor B., ma poi quando tocca a noi dare informazioni scomode (l’88 per cento della Direzione del Pd che vota per le liste bloccate) meglio un bel silenzio. Certo, le primarie sono rimaste. E questo è un grande, bel successo dei tempi, soprattutto perché stavolta sarà battaglia vera, non c’è già un segretario incoronato, con tanto di n.2 già nominato dall’alto (per inciso, Franceschini). Ma perché tacere della nostra segreta anima calderoliana?
Terza nota sugli incitamenti che mi giungono dai premiati blogghisti. Io in ticket con Marino? La mia sorpresa per la proposta non nasce da una scarsa considerazione per il senatore siciliano, sia chiaro; ma dal fatto che sul piano personale non lo conosco nemmeno. E certe avventure, credetemi, si affrontano solo quando c’è pieno affiatamento culturale, emotivo, biografico. Se no è stramberia. Quanto alla partecipazione al progetto Padellaro, ho già detto che mi interessa. Lungi da me l’idea che tutto passi dai partiti; come fai a pensarlo, Paoletta? Ma dai partiti bisogna pur passare. E qui prendo al volo l’esortazione di Pasquale a spendermi in vista del congresso. E chiedo di guardarci tutti negli occhi: e se lo faccio, blogghisti cari, sarò aiutato, troverò amici laboriosi, compagni di avventura, sponde generose, o farò quello che “parti tu che a noi ci vien da ridere”? E’ importante saperlo, anche perché qualche volta mi è già capitato di voltarmi e non trovare più nessuno.
Quarta nota. Inizia la fase del giudizio preliminare per il padre di Noemi, minchiazza direbbe Lillo, sedici anni dopo. Dunque non era stato prosciolto. E intanto sappiamo che Barbara Montereale, ragazza-immagine (qualunque cosa voglia dire) beneficiata di diecimila euro da B. stava con il nipote di un boss barese. Ma sempre in questi ambienti va a finire il capo del governo? Diciamolo: sembra davvero un rabdomante. E ora buona domenica a tutti.
Nando
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