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La Corte non costituzionale. E il partito del sud. E il buon Piddì
Bella cosa questi giudici costituzionali che fanno i compagni di cene e di merende del signor B. Il giudice non solo deve essere, ma deve pure apparire “al di sopra” delle parti? Ma davvero ci avevate creduto quando il signor B. recitava queste litanie e magari nel caso specifico ci aveva pure qualche ragione? Ingenui, davvero siete fatti per essere infilzati come tordi. Mazzella (il computer ha subito corretto “gazzella”), questo mostro di cultura giuridica, questo monumento alla sapienza, invita il capo del governo a cena per parlare della sua attività e dei suoi problemini costituzionali e pure lo rivendica con una lettera aperta. Ma qualcuno gliel’ha detto, almeno, che è iniziato il declino del suo capo (ossia di quello che l’ha nominato in quel posto) e che dunque, finito il tempo della Corte, non avrà più prebende? Urge che qualcuno lo avverta, chissà mai che tiri fuori un po’ di senso dello Stato, almeno a uso e consumo di quei c…. di cittadini che alla Corte Costituzionale ci credono davvero. Il tema comunque è molto più ampio. E riguarda la stramaledetta abitudine di tutti i politici di dar corda ai più compiacenti funzionari di Camera e Senato o dei ministeri per piazzarli ai vertici delle istituzioni, dal Consiglio di Stato alla Corte dei Conti alla Corte costituzionale. Basta con i cialtroni a gogo. Chi fa il funzionario faccia il funzionario, e si accontenti del lautissimo stipendio. E chi fa il politico faccia il politico (dunque: niente ex parlamentari alla Corte; ma quando vi entrerà in testa, zucconi che non siete altro?).
Una Corte Costituzionale così, ammettiamolo, fa paura. Ma fa paura anche quello che dice Gianfranco Micciché. E cioè che lui non parla se non su imbeccata e consiglio di Marcello Dell’Utri. E siccome Micciché, su imbeccata e consiglio di Marcello Dell’Utri, sta di fatto affossando il Pdl in Sicilia, e Dell’Utri che muove contro il signor B. è una notizia un po’ buona e un po’ cattiva; e siccome -ancora- questo famoso partito del Sud o della Sicilia una volta piaceva tanto alla mafia; e siccome ancora un pezzo del Pd con questo partito della Sicilia o del Sud ci vuole dialogare; be’, insomma, siccome c’è tutto questo, dati causa e pretesto (Guccini), io sono preoccupato.
Sono preoccupato anche per il turismo romano, se è vero che un ristorante ha affibbiato un conto di quasi 700 euro a due turisti giapponesi, con più di cento euro di mancia (!) infilati ufficialmente nella somma. E mi arrabbio pure, pensa te, per il turismo milanese, se è vero che al bar di via Caneva (o Canova?) 3, di Diaco Maria per un caffè freddo hanno preteso euro 4.50 (minchiazza) e a successiva richiesta sul costo da parte di un finto avventore hanno risposto dal bancone “4 euro o 4.50”, così, secondo simpatia. Me lo ha scritto Filippo Senatore, che ha tenuto lo scontrino, e che da un vigile (ecco come nascono le ronde!) si è sentito rispondere: e lei viene qui a crearci problemi per quella somma?
Infine. Chiamparino non ci sta. Marino probabilmente sì. Io sono incerto, ma fermo (oh yes) non starò. I fenomeni mediatici vengono gonfiati e sgonfiati a piacimento dalla stampa (visto la Serracchiani?). Io ho la fortuna (e a questo punto penso che tale sia) di non essere mai stato un fenomeno mediatico. Dunque, nessuno mi può sgonfiare. Cogito atque pugno, ergo sum. Deciderò entro pochi giorni. E domani via alla grande assemblea nazionale di Libera a Savignano sul Panaro, roccaforte della sinistra conquistata dalla destra.
Nando
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