Ambrosoli. Lady Blair. E il testamento biologico a Genova

Trent’anni fa. Trent’anni fa Michele Sindona faceva uccidere Giorgio Ambrosoli. Il finanziere da bancarotta, il “salvatore della lira”, l’amico di Andreotti con cui Andreotti si sentiva beatamente quando già era latitante, mandò il suo sicario a colpire l’eroe borghese, l’avvocato monarchico-liberale convinto che la legge andasse difesa a rischio della vita. Il sicario poi sarebbe morto durante un tentativo di fuga dal carcere americano. E Sindona si sarebbe ucciso in carcere in Italia con una tazzina di caffè. Le solite coincidenze. Se almeno i killer capissero che quando gli commissionano un delitto importante poi toccherà a loro di essere fatti fuori… Evidentemente questi killer professionali tanto intelligenti non devono essere. Di sicuro non studiano la storia. Io però voglio salutare da qui Annalori Ambrosoli e i suoi figli, esempi di rettitudine e di coraggio civile (leggere il libro di Umberto, il più piccolo, “Qualunque cosa succeda”).

Finisce intanto il G8 e non mi sembra (sarò anti-italiano ma non credo) che abbiamo fatto una grande figura. La stampa continua a tirar leccate a B. da far spavento. Ma Putin e Obama si sono visti prima, quando in realtà potevano prendersi due ore in Italia tutte per loro. La sensazione è che se cerchi una cornice degna di qualche grande evento, devi tenerti alla larga dall’Italia perché non sai mai che cosa possa essere detto o fatto o in che cosa tu possa essere coinvolto tuo malgrado. Penso sempre alla moglie di Blair che supplicava il marito di non farla fotografare accanto a B. Ma vi rendete conto? Voi sì, lo so. E’ la stampa nazionale, tivù in testa, che non si rende conto che presto smotterà tutto e le leccate di oggi appariranno finalmente per quelle che sono: leccate, appunto. Io, ai miei colleghi che si lamentano della situazione, dico che sono fortunati. Appena cadrà B. i sociologi, gli antropologi, i politologi, i giuristi, gli psicanalisti ecc. avranno una miniera di cose da studiare che non basterà mezzo secolo. Così, dopo il tempo dei comici sarà il tempo degli studiosi.

A Genova inizia la settimana prossima (16-22) la settimana dei diritti, seconda edizione. La sindaco Marta Vincenzi e io abbiamo annunciato ieri in conferenza stampa che il Comune riceverà e conserverà i testamenti biologici dei suoi cittadini, in attesa che una legge riconosca i nuovi diritti reclamati da Beppino Englaro e dai milioni di persone che si sono identificate nella sua battaglia. Faremo inoltre noi il nostro G8 sui diritti di informazione, parlando delle cose di casa nostra ma anche dell’Iran, della Romania, della Bulgaria, della Moldova. Internet, i blog e la censura. Verrà anche Oleg Brega, uno dei due fratelli che via internet hanno mobilitato un paese intero contro i brogli elettorali in Moldovia, venendo perciò accusati di avere istigato l’assalto al parlamento. Vicino Genova, ieri sera a Cogoleto, Stefanoski ha presentato “Album di famiglia” a nome della Scuola di formazione politica “Antonino Caponnetto”. C’era a farmi le domande Giunio Luzzatto, grande matematico e battagliero intellettuale dai baffetti arditi. A salutare in avvio, un fantastico assessore alla cultura in calzoni corti e ciabatte d’ordinanza. Ma chi ha detto che la cultura dev’essere ingessata? Almeno sul mare freedom, please.

Ora vado a Cherasco per consegnare a Milena Gabanelli il premio Gina Lagorio, scrittrice generosa che mi volle bene. Vi racconterò.

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