Gran Bordello Italia. E libertà d’informazione

A proposito del “più grande statista” (“ di gran lunga”) di tutta la storia dell’unità d’Italia, vi do una news. Ieri a Genova abbiamo ospitato Luis Sepulveda, di cui vi dirò nel post successivo. Bene, presentando al teatro Modena l’ultimo suo romanzo “L’ombra di quel che eravamo”, Sepulveda ha raccontato di avere visto in un paese dell’America Latina (mi sembra di avere capito la Colombia) un grande e attraente e luccicante bordello intitolato “Viva l’ Italia”. Il bordello si presenta al turista sporcaccione o pecoreccio con una grande insegna fotografica che ritrae il signor B. e sotto di lui, in succinto costumino ai bordi di una piscina, una giovanissima e procace signorina. Dalla cui labbra parte il seguente fumetto: “Ti amo papi”. Be’, che ne dite? Che ne dite, soprattutto, del “più grande statista” che tutto il mondo prende per i fondelli e che in Italia riceve ancora ossequi e salamelecchi da una casta di invertebrati? Che ne dite del nostro prestigio all’estero?

Del tutto giusto quindi che mentre Noemi blocca il traffico a causa dei paparazzi e annuncia “ora che farò il cinema la gente mi amerà” (ahi ahi, vi prego, tenetemi la pancia…), per il 19 si organizzi la grande manifestazione romana per la libertà di stampa. Purtroppo tra i manifestanti ci saranno anche quelli che stravedono per le foto di Noemi e Pocahontas (ricordate? l’amica di Mele, che voleva andare anche lei in una trasmissione televisiva), quelli che ci hanno rotto l’anima per quasi un decennio per ammonirci che non era alle viste un regime, quelli che censurano a sinistra come fabbri (“questo no mi ha rotto le palle, quello no non buca il video”…) però ogni volta vogliono farci credere di essere loro i simboli della lotta alla censura. Io che amo la libertà d’informazione tanto da avere fondato giornali, riviste e questo blog pur di esprimermi liberamente, sento un po’, perdonatemi, puzza di ipocrisia in tante voci (mica per essere noioso: è giornalismo-verità presentare un oscuro maresciallo delle guardie carcerarie in prima serata come “il braccio destro del generale dalla Chiesa” e fargli raccontare senza contraddittorio un mare di panzane che poi io devo andare a smentire con una deposizione di sei ore dai giudici di Palermo?). In ogni caso andremo in piazza. Perché stiamo un po’ sopra, per etica pubblica, a questi condottieri. Anzi, visto che la scuola di formazione politica “A. Caponnetto” si era data appuntamento a Firenze per il 19, e visto che si sta diffondendo l’idea di fare manifestazioni ovunque, perché non fare un bel sit-in davanti alla Rai di Firenze? Che ne dice il blogghista insigne Robertoli? Ce la facciamo a mettere insieme almeno cento persone dagli slogan un po’ brillanti (che fa rima con piccanti)?

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