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Assenti in parlamento. Note e consigli per sapere
E di che vi meravigliate, cinici creduloni? Ma è possibile che schiumiate indignazione verso i partiti, verso il parlamento, senza ricordare mai quel che il vostro Anfitrione (copyright di Alfa10, sia ben chiaro) ha amorevolmente cercato di insegnarvi? Eppure l’ho ben raccontato quand’ero senatore, 2001-2006. Sull’Unità, nei miei caroselli in giro per il paese, su questo Blog. Pulluliamo di gente che fa la faccia feroce contro il governo, che promette “dure battaglie in parlamento e nel paese”, che conia alle feste di partito epiteti durissimi per gli avversari e le loro leggi, e poi non si presenta in commissione o in aula, non gli mette i bastoni tra le ruote, non fa quasi mai ostruzionismo vero. Perché tutto questo costa fatica. Stare in commissione con il sedere incollato al proprio posto significa non potere andare alla riunione di partito (e lì bisognerebbe farsi vedere) o al convegno (idem); o non potere parlare con i giornalisti fuori per vedere il proprio nome il giorno dopo sulle cronache; o non andare in missione all’estero. Fare l’ostruzionismo vero (ossia non quello che dura il tempo necessario per farlo vedere ai propri elettori) significa saltare le cene in trattoria e rinunciare alla vita di relazioni romana, che per la carriera è più importante di quel che fai in parlamento. Le ho descritte come un inviato speciale queste cose, zucconi carissimi, e ve le siete dimenticate. E le riscoprite ogni volta. Mentre proprio questa peste della politica dovrebbe interrogare radicalmente i partiti e tutti i cittadini che amano la polis. Le ricordate le leggi della vergogna? Urlavano tutti contro, ma eravamo in tre o quattro a sostenere il peso, anche fisico, dell’opposizione in commissione. E una decina in aula. Ricordo un’antivigilia di Natale in cui alle otto e mezzo del mattino mi trovai solo contro il colpo di spugna della Lega sui reati di Bossi & C. Inventavo l’impossibile per tirare il tempo, ma ero solo. Una sera mollai fuori da sola la biondina venuta apposta a Roma per le nozze d’argento perché mi ero inventato l’ostruzionismo notturno contro la Cirami (eravamo in sei, alcuni richiamati da me mentre partivano, uno dei più noti e duri mancava per un compleanno casalingo), l’ho vista poi mentre era a letto alle cinque e mezzo del mattino. Non ho salutato -e me ne pento- cari amici che se ne andavano dal mondo, per paura che il mio voto potesse essere decisivo, compreso il mio maestro Salvatore Guglielmino. Davvero credete che se la gente (di ogni partito) fosse stata in commissione, o se ci fossimo stati noi tre-quattro del 2001-2006 (tutti prontamente estromessi dal parlamento), sarebbe mai passato l’indulto? Ogni tanto mi sconvolge questa ingenuità. Che poi fa tutt’uno con l’incapacità di distinguere davvero le persone dentro i partiti. Eh no, dei partiti non parla nessuno, dicevano i girotondini alla Flores (così il microfono era loro…), esattamente come i piccoli leader a Ponteranica che hanno impedito a Claudio Fava di parlare su Impastato. Se no parlano tutti i partiti, hanno spiegato. Già, peccato che Fava abbia fatto la sceneggiatura dei “Cento passi” con la moglie Monica Zapelli…
Insomma. Quando vedo le facce diventar rubizze perché sullo “scudo” non c’erano la Binetti o la Madia, D’Antoni o Fioroni o la Melandri, penso che ci siamo abituati (ma lo sospetto da tempo) alla denuncia senza denuncia, e pure a fare schemini di buoni e di cattivi del tutto truffaldini. Vi suggerisco un esperimento: perché, oltre a far la conta di chi mancava in aula, non vi andate a vedere il dibattito in commissione sullo scudo fiscale? Guardate i presenti, e non solo chi ha parlato (uno parla per il pubblico, ma che durissimo intervento!, e poi esce e non vota). Guardate a che ora finivano i dibattiti in commissione, giusto per capire se e quanto è stato fatto ostruzionismo.
E dopo questa tirata, un bel consiglio a chi stasera sarà a Genova. Andate al teatro Modena alle 21.30 a sentirvi il magnifico Pippo Pollina con l’orchestra sinfonica di Zurigo alla prima tappa del suo tour italiano. Rilassarsi lo spirito è cosa buona e giusta.
Nando
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