Cracolici mi scrive

Antonello Cracolici, capogruppo del Pd all’Assemblea regionale siciliana, mi ha scritto questa lettera dopo le polemiche sorte su questo Blog e sul Fatto circa la mia mancata candidatura a Palermo alle ultime primarie. La lettera è del 22. Purtroppo mi era finita negli spam. L’ho trovata mezz’ora fa. Per correttezza la pubblico ugualmente, anche se le primarie sono già passate.

 Caro Nando,

ho l’occasione di dire finalmente la mia dopo essere stato giudicato in contumacia da alcuni tuoi estimatori a proposito della tua mancata candidatura a Palermo per le primarie a sostegno di Bersani.

Come ho avuto modo di dire alla stampa, nessuno mi ha mai comunicato della disponibilità ad una candidatura tua a Palermo, ho saputo di questa eventualità solo attraverso la lettura del tuo blog quando già le liste erano state presentate da otto giorni.

Posso dirti che la lista promossa da me e da altri amici e compagni a sostegno di Bersani in Sicilia è stata presentata non per desiderio di contarci e dimostrare la nostra forza, ma per un dissenso che si è manifestato attorno alla candidatura a segretario regionale che vede ufficialmente Bersani e Bindi sostenitori di  Bernardo Mattarella, mentre alcuni di noi hanno scelto di sostenere Beppe Lumia.

Due candidature che hanno fortemente diviso principalmente i sostenitori di Bersani e che hanno inevitabilmente determinato la formazione di due liste diverse in Sicilia, malgrado fino a qualche minuto prima della scadenza fossero stati fatti tutti i tentativi per una ricomposizione unitaria. Tutta questa storia dunque non ha nulla a che vedere con veti sulla tua persona, né può esserci una interpretazione malevola di una attenuazione della battaglia di legalità del PD in Sicilia. Credo che la storia di tutti i candidati non consenta a nessuno di equivocare sulle priorità della nostra azione politica in Sicilia.

Voglio augurarmi che questa polemica possa considerarsi chiusa, anche per evitare che la sequela di insulti che ho ricevuto da parte di tuoi sostenitori continui, trasformandosi in sentenze di condanna senza diritto alla difesa.

 

                                                                  Antonello Cracolici

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