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Mondo colomba. A proposito di piccole, grandi storie
Per fortuna ci sono anche le cose buone, che non dobbiamo mai smettere di vedere e di cercare. Bello, e molto, il libro di Benedetta Tobagi “Come mi batte forte il tuo cuore”. Tenero e terribile, è scritto in copertina. Perfettamente vero. L’ho presentato alla Fnac di Genova davanti a un pubblico attentissimo e a Benedetta che dominava a stento l’emozione (e vorrei vedere). Nel libro non c’è “solo” la già difficile ricerca della verità, su quegli anni e su un padre di cui non si hanno quasi memorie (lei aveva tre anni). C’è il confronto sincero con le molte speculazioni compiute su quel delitto per andare all’assalto della magistratura e del giornalismo vicino al Pci. Un’operazione complessa, dalle mille sfumature, perché Tobagi fu effettivamente dipinto con i toni censori e spregiativi -e irresponsabili- che arredano le ostilità politiche. Ma Benedetta ci riesce, fra l’altro intrecciando la sua riflessione con echi di alta letteratura. Tanto è bastato perché Stefania Craxi si infuriasse e le affibbiasse il marchio di debole di mente (chissà perché certi liberal evocano la psichiatria ogni volta che incontrano una voce scomoda; successe anche per l’intervista di Gherardo Colombo sulla Bicamerale).
Bella anche la cascina Tario del gruppo Abele, vicino a Chieri. Ci sono arrivato il pomeriggio di venerdì scorso dopo una lezione a Psicologia di Torino. Mi ha portato Marina. E’ stata un’esperienza bellissima, di cui scriverò più diffusamente. Qui basti dire che mi sono trovato davanti a questo spettacolo: un dvd che riprendeva gli ospiti della comunità (in genere sieropositivi e con il carcere alle spalle) che si alternavano a commentare un capitolo a scelta di “Album di famiglia”. Loro che la famiglia l’hanno vissuta in modo tanto diverso. Uno dei più giovani ha scelto il capitolo del subbuteo. E io mi domandavo come mai. La spiegazione è che non può più giocare a pallone. Una notte che era finito quasi in coma in un parco i topi gli hanno mangiato mezzo piede. Alla fine di ogni intervento gli altri applaudivano in allegria. Vi assicuro, un’esperienza così vale diecimila copie del libro, perché mai penseresti, quando scrivi, di avere queste persone tra i tuoi lettori più attenti. In ogni caso nell’occasione si sono festeggiati i 44 anni di Salvatore. Una grande sorpresa preparata dal giorno prima, il silenzio, la torta con candelina e lui che arriva, capisce tutto e sussurra felice “minchia che festa”.
Belle anche le cose viste a Bergamo e provincia venerdì pomeriggio e sera. Le leggerete qui domani, con l’articolo uscito oggi sul “Fatto” (su cui ho concordato con Padellaro di raccontare ogni domenica una bella storia italiana). Certo la vitalità dei cattolici bergamaschi è una gran cosa. E certo vedere una scuola di politica in cui decine e decine di ragazzi si iscrivono a pagamento è una lezione per tutti. Anche perché alcuni di quelli che ci vanno per imparare hanno qualche simpatia per Beppe Grillo. Davvero sono loro l’”antipolitica”?
Nando
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