Questo sito non utilizza alcun cookie di profilazione. Sono utilizzati cookie di terze parti per il monitoraggio degli accessi e la visualizzazione di video. Per saperne di più e leggere come disabilitarne l'uso, consulta l'informativa estesa sull'uso dei cookie.AccettoLeggi di più
Ma non è fascismo
E’ vero, sottoscrivo senza esitazioni. Questo non è fascismo. Infatti i treni non arrivano in orario. E neanche i tram. E neanche gli autobus. Stamattina alle sette e mezzo i treni da Brescia saltavano che era un piacere. La gente lì al gelo sulle piattaforme a sacramentare e loro (Trenitalia) non davano nemmeno le notizie sui ritardi e sulle soppressioni. Poi, per sommo di beffa, ti ammonivano a stare bene attenti agli avvisi. E accidenti, non lo senti che non stiamo dicendo niente? C’era un tale che mi aveva preso per ferroviere (basta vestirsi di blu e avere una borsa nera per sembrare ferrovieri…) che impazziva letteralmente, finché gli ho dato la notizia sconvolgente sulla mia identità: non sono un ferroviere. Il poveretto ha perso anche il bersaglio della sua disperazione e allora mi è parso ancor più disperato (capito perché c’è l’antiberlusconismo?). Però gli han detto “Ci scusiamo per il disagio”. E lui gli ha detto dove mettersi il disagio…
A Milano gli aspiranti viaggiatori attendevano a grappoli il 24, tram che va dal Vigentino al Duomo e ritorno. Masse di viaggiatori da stipare come sardine infreddolite e la neve per strada ancora non c’era. Poi sono arrivati quattro 24 uno in fila all’altro. Siccome siamo sempre troppo buoni -altro che cultura dell’odio…- mi sono rimproverato interiormente: vuoi vedere che un’auto posteggiata male aveva bloccato i binari? Poverini, il servizio funzionerebbe se non ci fossero i cittadini maleducati. Col piffero. Il fatto è che i tram proprio non c’erano. Spiegano che c’è la neve…Già, non ce n’eravamo accorti. Al pomeriggio, quando i milanesi costretti a star fuori per lavoro si ammassavano alle fermate, di nuovo niente. Sono dovuto andare a Scienze Politiche per le tesi di laurea (brava Margherita!) a piedi, arrivandoci che sembravo un pupazzo. E al ritorno idem, avendo almeno la soddisfazione morale di incontrare una ragazza che mi ha offerto un passaggio sotto il suo ombrello. E’ stata una rivelazione, giuro, un’autentica rivelazione. Dunque a Milano si può ancora offrire un passaggio a qualcuno che non si conosce? No, dico, non so se mi sono spiegato: non siamo al gradino già meraviglioso di una che non ti grugnisce contro se le chiedi un passaggio; siamo a quello, paradisiaco, di una che te lo offre lei il passaggio arrivando dal di dietro.
E questo certo non è fascismo. Nemmeno questo, ne converrete…
Nando
Next ArticleNoi e B. Tra Scilla e Cariddi