Noi e B. Tra Scilla e Cariddi

Sentite, parliamoci chiaro, amiche e amici del Pd. D’accordo per Pupo ed Emanuele Filiberto che danno d’ugola insieme a Sanremo (ossignur…). Ma l’inciucio no. Basta, proprio no. Vorrei sapere che cosa c’entra l’esempio dell’articolo 7 della Costituzione fatto da D’Alema tirando in ballo Togliatti e il Concordato. Eh, che c’entra? Lì si fece un accordo con una confessione religiosa, con uno Stato, cercando di stabilire una volta per sempre un compromesso di stabilità con la Chiesa cattolica. Può piacere o no. Ma mica si salvava qualcuno dai suoi processi per reati comuni, mica si tirava un cazzotto all’idea che la legge fosse uguale per tutti. E insisto: mica si modellavano le regole di tutti sugli interessi di uno solo. Devo dire che non ne posso più. Sembra d’essere in un manicomio. Si dice “riforme” e in realtà si pensa solo “impunità” di B.  Non avessimo avuto questa menata dell’inciucio in testa dal ’96, ora sarebbe altra musica. Di più. Farei una domandina semplice semplice proprio agli inciucisti: ma perché, se credete tanto nel “dialogo”, nel 2006 non avete dato la presidenza del Senato a uno del centrodestra (un tipo alla Fini, alla Pisanu), così il clima sarebbe stato meno da scontro frontale e in più gli avremmo tolto un voto e noi ci saremmo guadagnato quello di Marini? Anzi, magari ci saremmo guadagnati  anche il voto di Napolitano, che venne mandato al Quirinale proprio per impedire che, in nome della storia del Pci, ci andasse D’Alema che aveva incominciato a fare chiedere i voti a Dell’Utri. Ha del prodigioso, la cosa: inciucisti o all’arma bianca sempre nel momento sbagliato.

Il miniduomo tirato addosso a B. è stata una brutta cosa. Poi però tante cose bisogna osservare. Perché i gesti (anche quelli degli psicolabili) nascono dai contesti. Su quello del “prima” ho scritto più volte. Ma il contesto del “dopo” mi risulta francamente più insopportabile ancora. E se succede qualcosa a un giornalista o uno scrittore (o un sociologo…) che ha scritto libri sulla mafia, che cosa diremo, che il mandante morale è B., visto che ha ben detto in pubblico “li strozzerei con le mie mani”? Quando portai in scena -dal 2002 al 2004- “Il partito dell’amore” mai avrei potuto immaginare che tragedia e commedia potessero mescolarsi con tanta potenza. Mai visto riversare tanto odio da parte di un capo del governo sull’opposizione. Anche prima che capitasse quell’incidente (le riprese del lancio mi hanno colpito, confermo) le immagini del comizio sembravano prese da Totò. B. rivolto ai contestatori: “Noi non facciamo come voi, perché noi non giudichiamo, noi non condanniamo. Vergogna, vergogna, vergogna” (segue ovazione delle poche centinaia di persone presenti -già, lo sapevate? poche centinaia-). Non ci si promettono grandi scenari, blogghisti cari. Quest’uomo e la sua corte stanno trascinando il paese in un buco nero. Siamo costretti a procedere sulla sottile striscia di mare che passa tra lo scontro e l’inciucio. Scilla e Cariddi, mai così chiaro. Mettiamo insieme le persone che hanno testa, nervi e cuore e prestigio per fare avanzare il popolo democratico (che non coincide con quello del Pd) su quella striscia. E dietro seguano, con buoni nocchieri, anche le salmerie.

Leave a Reply

Next ArticleDROGATI DI VITA. Cronache dalla Cascina Tario