Quattro pensierini. Quando a Natale si scopre che…

Pensierini natalizi (intesi come giorni di Natale).
Pensierino numero 1. Il Natale è proprio una festa stupenda “a patto che”. Ci vuole la voglia di viverlo, di ripeterlo nel tempo, di raccontarlo, di riviverlo, di arricchirlo, di popolarlo. E’ una voglia contagiosa. Allora anche gli altri saranno indotti a viverlo con te in un certo modo. A parlarti con rispetto dei tuoi ricordi, a guardare con spirito diverso al tuo presepio (vengono a vederlo per curiosità…), a non farti regali banali, a dare un senso agli stessi auguri (vedo con immenso piacere che aumentano assai gli auguri personalizzati e sono alfine in rotta le frasi omnibus, con i loro alati pensieri). Il Natale, starei per dire, è un po’ lo specchio del modo in cui vorremmo stare al mondo. E infatti dare il via libera agli spacchettamenti dei regali tutti insieme tradisce una specie di corsa individuale al regalo, in una confusione di gridolini e di stupori, perfetta rappresentazione della frenesia consumistica; mentre l’abitudine di seguire tutti insieme ogni singola apertura di un pacchetto, di un involucro, significa condivisione della gioia di ciascuno. E anche dilatazione, delibazione dei tempi della gioia (il che piacerà da matti a Robertoli, blogghista insigne).

Pensierino numero 2. E’ necessario dirlo? Grandi Gracchi. Sono tornati tutti e due a dormire a casa per la notte di Natale, riprendendosi le loro stanze sempre più occupate quasi militarmente da libri e carte e vestiti. Che cosa di più bello? Non osavo chiederlo (la Biondina mi invitava a non pensarci nemmeno) e invece loro lo davano per scontato. Svegliarsi insieme, e il padre -aggiungo io- che si siede cinque minuti sul bordo del loro letto come fosse venti anni fa…Ah, delizia delle genti.. E non vi dico la delicatezza dei loro regali perché vabbe’ raccontare i fatti propri ma poi  c’è una intimità da proteggere. Posso solo dirvi delle meraviglie compiute da Dora con una metà del presepe. Quando le ho fatto i complimenti mi ha risposto che lavorare nel cinema serve anche a questo, ad avere il senso degli spazi (a proposito: andate a vedere “Cado dalle nubi”; è anche opera sua, assistente alla regia).

Pensierino numero 3. La televisione fa veramente schifo. Di riffe o di raffe lo stare in casa mi ha messo per un paio di giorni a contatto visivo o acustico con un vasto assortimento di trasmissioni, che mi sembrano mostruosa maggioranza. Battute “comiche” penose (e pagano sia quelli che le dicono sia quelli che le scrivono!! mi propongo per venire a fare un po’ di imitazioni di B.), turpiloquio galoppante per togliersi di dosso qualche decina d’anni, subumanità dilagante, signori e signore nessuno messi a fare gli opinionisti, ecc. Ne ho tratto per la prima volta, come in una folgorazione, che la questione non è politica ma antropologica. E’ come quando dici una frase detta già cento volte ma per la prima volta ne intuisci la drammatica essenza: siamo finiti, o rischiamo di finire (grande nota di speranza :-), forse ci salveranno gli immigrati. In ogni caso facciamo il possibile: chiudiamo questa scatola se non c’è dentro una cosa precisa che vogliamo vedere, nessuna tivù aperta “per vedere che c’è”, sbarriamo tutte le strade alla peste del cervello.

Pensierino numero 4. W Gesù Bambino. W le renne. W Pasolini (ebbasta, non ho scritto Pisolini, computer illetterato). W i Gracchi. W gli sms personalizzati. E auguri cari a tutti i blogghisti!!!

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