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Giornalismo ultima moda. Ovvero: chissà chi ha ragione
Intanto buon capodanno. Oggi è il primo giorno del 2010. Non so che cosa questo significhi esattamente, ma sono certo (o temo) che lo capirò tra qualche mese. Intanto fervidi auguri e distinti saluti a tutti. Quando scopro, come è successo ieri notte alla fine dello spettacolo di Cisco a Genova, che c’è qualcuno, anche di cultura, che frequenta questo Blog come prima lettura del mattino, mi viene di farvi gli auguri con ancora più trasporto. Cisco, dicevo. E’ andato benissimo. Ha suonato dalla mezzanotte fino alle due, a coronamento di una serata che ha visto davvero cose d’eccezione, dal jazz alla musica tzigana, dalle arti teatrali e acrobatiche al pop. Posso dirlo? Altro che il tradizionale concerto chiavi in mano. Qui si parrà la tua creatività: se hai uno straccio d’idea su come decine di migliaia di persone diverse possono divertirsi l’ultimo dell’anno in modo intelligente e ogni tanto un po’ raffinato, in più parti della città e andando dalle nove di sera fino a notte. In ogni caso vedere il don Gallo che a mezzanotte viene sul palco a brindare e invita il pubblico “a fare l’amore e non fare la guerra” fa sempre il suo effetto. Insomma, gli artisti ospiti hanno ripetutamente lodato al microfono “il coraggio di Genova” che ha lanciato uno stile più internazionale, ma la Rai nel suo pastone non ne ha fatto cenno. Più importante, volete mettere?, Gigi D’Alessio ad Avellino. Quello sì che è un nome, così sì che ci si diverte. Meno male che un sito romano indicava quello di Genova come il capodanno ideale. In ogni caso: fortuna dalla nostra parte (non ha piovuto) e la gente pure. Meno i petardi (roba da galera) e la sicurezza (non uno o una in divisa in cinque ore in piazza De Ferrari).
Alberghi pieni, per il secondo anno di fila. Ho assistito personalmente -alle sei del pomeriggio, non alle nove- nella hall di un grande albergo, al cortese rifiuto di concedere un tavolo per la cena a una famiglia ospite in stanza, che invano chiedeva almeno il pasto per il bambino. Molto gentili, ma ci spiace non abbiamo proprio posto, è tutto prenotato. Il giorno prima sulla Rai era andato in onda un fantastico servizio. Che suonava più o meno così: gli albergatori piangono che sono senza prenotazioni, il Comune dice che i posti letto sono coperti all’80 per cento, chissà chi ha ragione. Capito blogghisti del 2010? “Chissà chi ha ragione”! Ma dico io, un giornalista che cosa deve fare se non farli lui i controlli e poi dire al suo pubblico chi ha ragione? Ma ve l’immaginate se ci fossero scontri di piazza e vi dicessero “la polizia sostiene che c’è un morto, i manifestanti sostengono che ce ne sono sei, chissà chi ha ragione”?
In ogni caso, gioite per la news: fuori dalla farmacia Pescetto è sparito quell’incredibile cartello che esortava “gentilmente” (o “cortesemente”) a non sostare sul marciapiede davanti all’ingresso. Mentre -chissà perché mi è scattata l’associazione di idee- vorrei sapere se Trenitalia è intervenuta sulla nota controllora- caporalmaggiore e l’ha punita per non avere dato le sue generalità al passeggero che lei ha voluto “attenzionare”. Auguri pure a lei, di cuore. Gesù diceva che volere bene solo alle persone che amiamo o che stimiamo è troppo facile, sono capaci anche i pubblicani. E noi repubblicani siamo. Gli eredi della monarchia cantano a Sanremo con Pupo.
Nando
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