Rarità, rarità. Dono di buon anno ai blogghisti

Ma guardate mo’ che vi regalo per questo inizio anno! L’ho ritrovato ieri rimettendo ordine nel mio computer fino alle tre e un quarto di notte (miiiiii, faticazza!!). E’ una vera rarità, anche se l’essere raro non basta a conferire qualità. Si tratta del testo della leggendaria ”Ode a Melchiorre Cirami” che, imitando B., recitai dal palco di piazza Navona, da me medesimo organizzato insieme con i prodi parlamentari del comitato “La legge è uguale per tutti”. Era la sera del 5 febbraio del 2003. Il passo successivo sarebbe stato il noleggio di un aereo da fare volteggiare sul Senato all’ora di pranzo con un lunghissimo striscione a rimorchio: “la legge è uguale per tutti”.

Materia di battaglia la legge Cirami, che attraverso lo strumento della legittima suspicione puntava a fare trasferire a Brescia il processo (i processi) di Previti a Milano. La legge prendeva il cognome dal senatore (nome Melchiorre) dell’allora Ccd, ex magistrato, che aveva presentato il testo per sollevare Forza Italia dall’ombra del conflitto di interessi. Come consigliava don Vito Ciancimino ai suoi fedelissimi, le cose, se tu ci hai interesse, si fanno dire o proporre da altri. A voi il testo! Abbiatelo come preziosissimo dono, un po’ come gli scritti rari di Pavese e di Bobbio che Einaudi regala ancora ai suoi autori per Natale (vabbe’, vabbe’, lo so che ho esagerato un po’…)

P.S. Oh, trattandosi di B. il "giacomine" non è un refuso!



T’amo Melchiorre, e forte un sentimento di giustizia

al solo nominarti si mescola a letizia.

Grato ti sono per la eccellente norma

che mi darà per anni una splendente forma.

Tu hai nobili ragioni per rigonfiare il petto

dacché ridesti all’Italia il legittimo sospetto.

Da Milano a Brescia, da Perugia ad Agrigento,

la stella tua risplende nell’azzurro firmamento.

Or non potranno più le odiate toghe rosse

fare processi a chi per le sentenze sue riscosse

modeste somme per far più ricca la giustizia,

né a chi l’onesta parcella ottenne per professione avvocatizia.

Basta con queste inchieste faziose e giacomine

che offendono banche e finanziarie sopraffine,

basta con l’internazionale del giustizialismo

che rimpiangere ci fa perfino il comunismo.

T’amo Melchiorre gridan turbe di innocenti

ma soprattutto Cesare, senza più carichi pendenti.

Questo trionfo della giustizia vera

farà civile e buona l’Italia tutta intera,

gioia per avvocati, tripudio per finanzieri,

giulebbe per mediatori, festa per petrolieri.

Cesare ed io avremo il futuro più onorifico,

testimoni nel mondo del metodo Pacifico.

Grazie anche a voi, amici che non invano

metteste nei fori del Senato la pargoletta mano;

per la giustizia agiste con coraggio, in tanti e così cari,

che per me siete tutti più belli di Cacciari.

(vivi applausi e ilarità del pubblico presente)

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