Cado dalle nubi (e il dizionario squillo)

Ebbene sì, alla fine non l’ho fatto. Questa volta niente videodiscorso di Capodanno su questo Blog. In ogni caso non avrei invitato ad abbassare i toni. Questo è un invito che si fa quando si vuole che qualcuno, il nonno, la vecchia zia affaticata, il bimbo mandato a nanna dopo Carosello, dorma senza essere disturbato. Ma io voglio che in questo anno del Signore 2010 non dorma proprio nessuno. Tra l’altro ho visto che anche la Moratti ha fatto il suo discorso su youtube. Avevo promesso a Riccardo-mago-del-computer di rimediare oggi per l’Epifania, ma non ho avuto né voglia né tempo. Ho passato tutta la giornata a scrivere la prefazione a “Polo Nord”, libro sulla mafia in pianura padana. Giuro comunque che il pubblico discorso lo farò nei prossimi giorni. Per ora vi anticipo che tra domani e dopodomani vorrei dedicare un bel po’ di post al nostro giornalismo stampato e televisivo. Ultimamente mi sono venuti molti spunti.

Nell’attesa vi invito ad andare a vedere “Cado dalle nubi”. Lo so, ne ho già parlato perché Dora, amato Gracco al femminile, ci ha profuso il meglio delle sue qualità artistiche di assistente alla regia. Ma ancora non l’avevo visto. L’ho fatto ieri sera affrontando intrepido un luogo che non mi è superfamiliare, ossia una multisala cinematografica odorante di popcorn. Dora è ancora all’estero ma non ho resistito. Mi sono armato di Biondina e coppia di amici d’oro e sono andato. Giuro che erano anni, oserei dire decenni, che non ridevo tanto, forse neanche con Benigni; e comunque ridevano tanto e fragorosamente tutti. Checco Zalone è semplicemente grandioso. Dicono alcuni critici che il suo sia uno spirito mediocre, da bagaglino di sinistra. Ma secondo me quello spirito è in grado di sfornarlo solo una persona di cultura. E averne così…

Quanti luoghi comuni…Scopro, a proposito, la crescente povertà del nostro dizionario, ormai inzeppato da una mole impressionante di riflessi linguistici condizionati. Ci torno. Com’è l’attore ospite della trasmissione? Straordinario. E com’è il pubblico della piazza tivù o del grande spettacolo? Meraviglioso. E come sono i servizi? Deviati. E il monito del capo dello Stato? Severo. E la reazione di dissenso al monito? Scomposta. E la reazione alla reazione (di tutti i tipi)? Ferma. E le notizie sulle trame sovversive? Inquietanti. E com’è il piccolo teatro delle Marche o dell’Umbria o del paesino padano? Una bomboniera (da ragazzo andavo però al cinema Bomboniera…). E l’analisi del proprio editorialista preferito? Lucida. E se è un po’ cattiva? Graffiante. E la figura di B. all’appuntamento internazionale? Imbarazzante. E ora ditemi voi: com’è questo ammosciamento del nostro vocabolario? Ma straordinario! E che altro, se no?

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