Rosarno. Previsioni di un chiromante

Ora farò il sociologo-chiromante. Per dire la seguente cosa: che poche volte accadono nella storia di un paese fatti così capaci di illuminarne il futuro come quelli di Rosarno. Un futuro possibile, certo. Ma terribilmente vicino. Che incombe su un paese con un tasso di illegalità altissimo, senza eguali nell’Europa occidentale; il quale per questo non prova alcuno scrupolo, alla faccia della sua proclamata cultura cattolica, a vedere vivere in modo sordido e ignobile, in suburre fuori legge, migliaia e migliaia di esseri umani clandestini. Che lavorano per imprese e singoli fuorilegge. E che essendo clandestini non possono reagire. Gli altri possono fregarsene della legalità (e maledire l’illegalità dilagante), loro no. Basta un fischio e tutti li vedono. E ne invocano la cacciata. Così ogni volta che si parla di illegalità si parla di loro, ogni volta che si nomina la sicurezza si pensa a loro. Loro che possono essere messi in riga velocemente da altri fuorilegge, che si chiamano mafiosi, ‘ndranghetisti e camorristi. Amati e vellicati dal potere per decenni e decenni, per secoli anzi, proprio per essere capaci di garantire velocemente l’”ordine”. Colpendo i ladruncoli, i capipopolo, i giovani ribelli, i banditi, i sindacalisti, perfino gli uomini di legge convinti di dovere applicare la legge anche ai potenti.

Se l’Italia accetterà di continuare a tollerare quei fetidi quartieri di cartone, se continuerà a ricattare i nuovi schiavi per negare loro ogni umano diritto, ci saranno le rivolte. O degli schiavi contro le comunità che li “accolgono”. O delle comunità contro gli schiavi, perché qualcuno di loro si sarà messo a fare il fuorilegge come un italiano, o perché ogni scintilla sarà buona per sollevare microguerre civili. E qualcuno farà ordine. Come i vecchi campieri in Sicilia. Come i guappi a Napoli dopo l’arrivo della monarchia sabauda. E un popolo allevato a colpi di adrenalina antisociale sentirà il bisogno di mafia. Così la ruota ricomincia a girare. Che schifo. (conclusione politica: impediamolo)

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