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Il Grande Tappo che opprime Genova (Quelli che…)
(Repubblica di Genova, 11 gennaio 2010)
Cara Repubblica, alcune settimane fa avete pubblicato un mio intervento sul possibile nuovo rinascimento genovese. Lì sottolineavo come in città sia in corso una lotta (politicamente trasversale) tra innovatori e conservatori. Vorrei perciò tratteggiare il resistentissimo tappo -amministrativo, politico, mediatico, corporativo- che impedisce alle tante scintille di novità di farsi cultura dirigente. Naturalmente a partire dalla mia esperienza. Ecco dunque il Grande Tappo nella sua fisionomia culturale e lessicale.
Quelli che quando cammini bisogna coordinarsi con chi sta seduto,
Quelli che qui ci sono già abbastanza intellettuali e artisti (mica siamo a New York o a Berlino…),
Quelli che se Gesù Bambino suona la batteria in De Ferrari corrono a chiedere il parere ai commercianti,
Quelli che se Gesù Bambino suona il sassofono, ci avevate detto la batteria,
Quelli che se nevica e l’Italia si ferma per il gelo il Comune non ha una politica,
Quelli che se scoppia la finanza americana è bufera su Tursi,
Quelli che se l’evento costa tanto, meglio spendere in servizi sociali,
Quelli che se l’evento costa poco, c’hanno proprio le pezze al culo,
Quelli che basta con i diritti ci sono anche i doveri,
Quelli che lasciate libero il marciapiede davanti alla farmacia,
Quelli che se assegni un evento a un’impresa i costi gonfiano,
Quelli che se organizzi l’evento in proprio bisogna far lavorare le imprese,
Quelli che qui non succede mai niente,
Quelli che qui c’è troppa roba in contemporanea,
Quelli che vada a vedersi le periferie,
Quelli che venga a vedersi il centro storico,
Quelli che la notte Genova è insicura,
Quelli che la notte c’è troppa gente in strada,
Quelli che gli sponsor li vogliono sul pesto,
Quelli che a Genova non piove mai, questo è un anno speciale,
Quelli che piangono miseria e fanno affari,
Quelli che se gli comunichi un’idea domandano perché non ne sapevo niente,
Quelli che le cose vogliono saperle molto tempo prima e poi se le dimenticano,
Quelli che i giovani scappano perché non c’è lavoro,
Quelli che questa è una città per anziani,
Quelli che se riempi una piazza fanno la foto alla bottiglia vuota sul marciapiede,
Quelli che se la piazza è piena la fotografano quando è vuota,
Quelli che abbiamo tante bellezze nascoste e continuano a nasconderle,
Quelli che devo spostare l’appuntamento,
Quelli che niente budget pubblicitario niente diritto di parola,
Quelli che un (invito a) pranzo al giorno toglie il critico di torno,
Quelli che Eco è già venuto a Genova sei anni fa,
Quelli che se non mi corrompi ti distruggo,
Quelli che gli altri dovrebbero investire di più,
Quelli che speriamo che vada male, ci sarà pure una foto o una dichiarazione contro,
Quelli che chissà perché questa città non ce la fa a risollevarsi,
Quelli che qui non c’è nessuno, bisogna andare a Milano,
Quelli che le nostre eccellenze europee,
Quelli che una volta c’era l’acciaio e c’era pure il porto,
Quelli che con i musei i comici e i cantautori mica ci mangi,
Quelli che alle nove e mezzo la cucina chiude.
Nando
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