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Milano. Il tempo della rivolta
Che spettacolo, ragazzi! Ieri sera lo Spazio Melampo sembrava la fucina della rivolta antimafia. Una partecipazione così è stata davvero al di sopra di ogni immaginazione. Gente in piedi e poi gente seduta da tutte le parti, per terra di fianco ai relatori, per terra di dietro, a prendere appunti in tutte le posizioni, anche le più scomode. Sbaglierò, ma c’è un clima nuovo a Milano su questo tema, certo incoraggiato dall’indignazione e dallo sgomento che nascono a vedersi così abbandonati dalle istituzioni politiche. C’è un’aria di mobilitazione civile che fa bene al cuore. Metà delle facce di ieri sera non le conoscevo, comprese quelle dei tanti giovani assiepati lungo le pareti. Silenziosi, composti e attenti, si sono sorbiti educatamente anche il ritardo di quindici minuti del prode Barbacetto (proprio bravo e preciso, ma sull’orario non ci riesce il marrano…) e non ci sono nemmeno stati gli sproloqui finali dal pubblico a cui sono abbonati tutti i dibattiti sulla mafia che si rispettino. Metteteci l’attenzione che trovo al mio corso, una sensazione stupenda che mi responsabilizza ogni giorno di più. E il maxiseminario che si sono organizzati gli studenti di Scienze Politiche su mafia, Stato e società, che partirà il 9. E quello di formazione degli insegnanti del 12-13 prossimi (anche quello il 12 a Scienze Politiche) organizzato da Libera. E le presentazioni dei libri, che hanno sempre successo. Insomma direi che si sta formando, tra Libera, Scuola Caponnetto, il Coordinamento degli insegnanti, le associazioni studentesche e poi case editrici come Melampo e Chiarelettere (e altre) un bel pacchetto di mischia.
Credo in ogni caso che uno dei punti di forza di ieri sera sia stato quello di avere concepito delle “lezioni”, non dei dibattiti, perché è il momento di avere informazioni sistematiche. Proprio per potere discutere con cognizione di causa con amici, conoscenti, parenti e colleghi di lavoro, scrivere credibilmente sui propri blog e su facebook. E’ davvero giunto il momento di mandare al macero le approssimazioni della politica e le urla e gli insulti della tivù. La gravità della situazione le rende ormai intollerabili. Martedì prossimo ci sarà Alberto Nobili, magistrato che da anni segue le inchieste sulle organizzazioni mafiose a Milano. E a me toccherà sempre la parte del prof che fa schemi, prende appunti e poi offre una sintesi finale.
Ah, dimenticavo una notizia importante. Sono stato nominato socio onorario dell’Inter Club “Giacinto Facchetti” di Follonica (“con stima e amicizia”). Non è bellissimo?
P.S. Alla fine il mago del computer è riuscito a mandare tutto in diretta. La settimana prossima si rifà.
Nando
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