Yunus sei tutti noi. Quando Milano si intrippa

Questa strepitosa, impagabile cronaca è apparsa sul sito www.11metri.com. Racconta la Milano di oggi, ma racconta anche che cosa potrebbe essere una stampa libera e curiosa (è del 2 febbraio ed è firmata da Giofio). 

Un paio di settimane addietro ricevo sulla mia casella mail l’invito a partecipare a una conferenza in cui sarà presente Muhammad Yunus, economista e banchiere, premio nobel per la pace 2006. Yunus è un rivoluzionario dei nostri giorni: ha, tra le altre cose, fondato la Grameen Bank, l’ente finanziario che ha introdotto il microcredito in Bangladesh per poi esportarlo in molti paesi sottosviluppati e non – (http://it.wikipedia.org/wiki/Microcredito) – . Da subito mi emoziono: immaginate di essere un giovane calciatore e di poter  assistere a una conferenza di Roberto Baggio sui calci di rigore. Per il lavoro che faccio, Yunus è il mio Divin Codino.

Il giorno della conferenza (ieri, ndr) stampo l’invito e mi saltano all’occhio un paio di informazioni che avevo precedentemente trascurato: “interviene Letizia Moratti con la partecipazione di Red Ronnie, Paola Turci, Erica Mou“. Partiamo dal basso. Erica Mou: chiiiiiiiiiiiii?! Tra l’altro con un cognome così, non può che starmi sulle palle a prescindere. Paola Turci: chiiiiiii?! Red Ronnie: chiiiii?! Quello che presentava Roxy Bar? Ma che ci azzecca con Yunus? Io dico, ospitiamo l’eminenza della microfinanza mondiale e facciamo intervenire Red Ronnie e Paola Turci? “Va beh”, penso nella mia testa, “non ti demoralizzare, vedrai che sarà bellissimo lo stesso”. Per quanto riguarda ”interviene Letizia Moratti” ho pensato: beh, è la Sindaco di Milano, ci sta anche che intervenga, basta che non spari cazzate.

Finisco di lavorare un po’ in anticipo, passo a prendere la mia bella fidanzata e mi dirigo verso il Teatro Dal Verme, luogo che ospiterà l’incontro. E’ stato bello vedere un sacco di gente accalcata per riuscire a prendere posto, generalmente gli incontri con queste tematiche non hanno un grosso ritorno di pubblico. Riusciamo a sederci in un ottimo posto, riesco a prendere possesso del libretto che regalavano (l’ho preso a prescindere, solo perchè lo regalavano), ho il cuore all’impazzata per l’emozione; insomma, mi sento come Fantozzi poco prima di Inghilterra – Italia: calze, mutande, vestaglione di flanella, tavolinetto di fronte al televisore, frittatona di cipolle per la quale andava pazzo, familiare di Peroni gelata, tifo indiavolato e rutto libero!  Ma proprio come il disgraziato ragionier Ugo, ecco la telefonata del ragionier Filini che comunica che il megadirettore ha previsto per la serata una proiezione straordinaria della Corazzata Potemkin. Infatti Red Ronnie prende il microfono e comincia a dire delle cose a caso, ma proprio a caso, poi in successione presenta Erica Mou (si è scoperto essere una giovane cantante emergente) e Paola Turci che canta una canzone orrenda. Il mio umore, anche se un po’ alterato, resta alto; ma poi la disgrazia si verifica: sale sul palco la Sindaco.

Escono dalla sua bocca le seguenti affermazioni:” E’ giusto aiutare i più deboli”, “Il Comune fa tanto per i più deboli”, “Viva i più deboli (o qualcosa di simile, il senso era questo)”. Aggiungeteci che tutto ciò è stato pronunciato con quella voce insostenibile che caratterizza la Prima cittadina. Il pubblico, me compreso, inizia a rumoreggiare. Poi il secondo disastro. Come se fosse una campagna elettorale, si mette a ringraziare gente a caso, e infine pronuncia le seguenti parole:” Ma soprattutto vorrei ringraziare EXPO, Lucio Stanca”. Tu ti permetti di ringraziare Lucio Stanca in presenza di Muhammad Yunus? Eh no cazzo, questo no. Va bene Red Ronnie, va bene Paola Turci, va meno bene Erica Mou, ma ringraziare Lucio Stanca no cazzo. Lucio fa per alzarsi ma una bordata di fischi lo invita gentilmente a restare al suo posto. Un signore davanti a me per l’agitazione tira una gomitata sulla mandibola della moglie, io riesco a malapena a stare fermo sulla sedia, in giro c’è un tripudio di indignazione. Mai doma, la Sindaco continua e chiama a gran voce Alessandro Profumo sul palco. Nulla contro Profumo(in realtà sì ma tralasciamo), ma cazzo siamo venuti a vedere Yunus.

Eccolo che finalmente sale, la star della serata: con un caratteristico abito indiano, molto semplice e un carisma che si percepisce anche solo guardandolo. Il morale mi torna a livelli da finale mondiale, applaudo, mi gaso di brutto.

Ma la Sindaco riesce a rovinarmi anche questo momento:” Io e Yunus siamo molto amici, auguro a tutti voi di conoscerlo, perchè ti cambia per sempre”. Il signore davanti a me, che dopo la gomitata è diventato il mio nuovo idolo, grida “Speriamo!!”

Finalmente, dopo questa lunga agonia, Yunus prende il microfono ed espone le sue tesi. Chiessenefrega se ho letto e riletto i suoi libri, sentirle dal vivo è tutta un’altra cosa:”Quando c’è una crisi finanziaria, io guardo quello che fanno le banche convenzionali e faccio l’esatto contrario”, pubblico in delirio, Profumo e Stanca un po’ meno. “L’ultima crisi globale ha colpito tutti. Io me ne frego di quelli che hanno perso un sacco di soldi in borsa, la colpa è loro. A me importa di tutti quelli che per colpa loro hanno perso il lavoro”! Gente che fa la ola, Profumo e Stanca e il Moratti (marito) un po’ meno. Si sono raggiunti dei momenti davvero emozionanti, indimenticabili.

Il mio morale era tornato decisamente alto. Ma poi il terzo disastro. Risalgono la Leti e il Red per consegnare un premio di rara bruttezza a Yunus che lo guarda un po’ stranito, ma che da signore ringrazia. Red infine annuncia un video riguardante Haiti prima del disastro. Non condivido il fatto di fare un calderone, non è che perchè c’è Yunus allora dobbiamo parlare di Haiti, di Abruzzo e via dicendo; ma soprattutto non condivido che alla terza scena sullo schermo appaia la Leti circondata da bambini haitiani, oggi probabilmente morti, con riprese dettagliate delle mani bianche e nere che si stringono in pieno stile Ringo Boys.

No, vaffanculo, ora mi sono rotto i coglioni. E come me, la maggior parte del pubblico. Fischi, insulti, la gente se va inviperita e vi risparmio i commenti che si sentivano sulle scale.

Mi ero immaginato di uscire dal Teatro contento, motivato, con i ricordi di una serata indimenticabile da custodire per tanto tempo. A malincuore ho passato tutto il viaggio in vespa verso casa a sproloquiare contro tutto e tutti.

Un’altra occasione persa.

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