Storie italiane. Basaglia, Velardi e Nobili

Be’, stasera la prima puntata (la seconda è domani) di Rai 1 sulla storia di Franco Basaglia mi è sembrata veramente bella. Una specie di miracolo in questo bazar-suburra rigonfio di oscenità e offese al comune senso del pudore civico che è la “nostra” televisione. Ho avuto qualche brivido mentale rivedendo quella storia. Perché ogni scena consentiva di misurare come la civiltà, nonostante tutto, qualche grandioso passo in avanti l’abbia fatto. I manicomi, l’elettrochoc, le istituzioni totali come fossero noccioline. E’ stata pure un’occasione per ridare dignità al famigerato ’68. E anche per pensare a quanto possano essere grandi le storie che appaiono normali (o solo diverse e coraggiose), sol che si decida di raccontarle e di dotarle di un contesto. E’ quel che mi sta accadendo con le storie (certo, assai minori di quella di Basaglia) che mi sono impegnato a raccontare per il Fatto ogni domenica. Spesso i protagonisti mi confessano di essersi letti con stupore, perché nessuno gli ha mai fatto immaginare  che il loro impegno meriti di essere raccontato; di leggere di se stessi come se si trattasse di altre persone. Il problema, secondo me, è che siamo poco generosi; e dunque difficilmente siamo disposti a riconoscere la grandezza in chi non è famoso. E ancor meno a raccontarla.

Non vorrei essere generoso invece con Claudio Velardi, ex lothar dalemiano e recentemente assessore alla cultura di Bassolino (al computer: non ho detto Sassolino!). Il quale ora cura l’immagine della Polverini in Lazio e (giusto sul Fatto di oggi) afferma anche che “sarebbe un onore” se B. gli chiedesse di lavorare per lui. Purtroppo, ammicca Velardi, B. è un mago della comunicazione e quindi è difficile che lo chiami. Minchiazza, direbbe il mio amico Lillo e io ripeterei con lui. Mica male. Velardi spiega anche che nel 2004 o 2005 guadagnava 400.000 euro l’anno. Complimenti, senza invidia. Gli affari dell’azienda andavano bene, si vede. Non so che azienda-Re Mida sia, ma è un mio limite.

Sarò generoso invece con Alberto Nobili, uno dei migliori magistrati italiani, che martedì sera terrà la relazione al corso di formazione “Scuola Antonino Caponnetto”- Libera allo Spazio Melampo. Pare che ci sarà la diretta tivù su questo Blog (intanto potete trovare la prima serata in video sulla “mia tivù” -cliccare sulla colonna a sinistra-). A Milano il movimento antimafia è in piena effervescenza, in misura inversamente proporzionale alle istituzioni. Martedì inizia alle 17.30 anche il seminario studentesco a Scienze Politiche mentre venerdì mattina inizia, sempre a Scienze Politiche, il convegno degli insegnanti lombardi. E nelle scuole è tutto un fiorire di incontri. Domani i miei studenti mi daranno le loro riflessioni sulla prima parte del corso. Sono molto curioso. Naturalmente i giornali tutta questa materia viva manco la vedono. Così ne scriverò per il Fatto (ovvio) e in forma più ricca e sociologica su Narcomafie. Che farà un numero speciale per il 20 marzo. E a chi mi chiede che cosa ci sarà il 20 marzo gli rifilo un manrovescio sul coppino.

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