Dieci pensieri per me (parte seconda, con dopofestival incorporato)

Pensavate che me ne fossi dimenticato? Lo so, mancano cinque pensieri per completare gli altri cinque e arrivare a dieci (ossia al numero obbligatorio di domande pubbliche, di rilievi critici e di idee per il mondo). Pronti via, dunque.

Pensiero numero sei. Stasera sarò al dopofestival di Sanremo, ebbene sì, quello di youdem. Ho fatto bene od ho fatto male ad accettare? Ne ho sentite di ogni colore. I pessimisti partono dalla bocciatura senz’appello dell’arrivo di Bersani in riviera e da altre apparizioni poco edificanti (Emanuele Filiberto, mi dicono). Io parto dall’idea che userò lo spazio per far sapere della manifestazione di Libera del 20 marzo e per partecipare domani pomeriggio a un pubblico dibattito con i giovani del piddì sulla legalità. E poi non dispero: di dopofestival un po’ mi intendo. A Mantova (che era un’altra cosa, d’accordo) con Lidia Ravera ne abbiamo fatti di carini assai.

Pensierino numero sette. Sto notando, nei miei giri per l’Italia (in genere gli ospiti mi offrono amabilmente le cene) che le olive taggiasche stanno prendendo il posto della rucola degli anni ottanta. Sono dappertutto. Lato positivo: molti si chiedono che cosa voglia dire “taggiasche” e così imparano una cosina in più di geografia (altro che toglierla dalle materie scolastiche, pisquani che non siete altro!).

Pensierino numero otto. Leggo che il signor B. annuncia al mondo la preziosa informazione ricevuta dai Servizi: qualcuno lo vuole eliminare fisicamente. Della serie: vorrei fare il martire ma preferisco vivere. Mai visto un capo di governo serio dichiarare di essere nel mirino di questo o di quello a mesi alterni. I capi di governo seri cercano di infondere sicurezza nei loro popoli. O no?

Pensierino numero nove. Morgan: e chi se ne frega? Ma è possibile che per punirlo per le sue dichiarazioni su quant’è bella la droga non lo mandino a Sanremo e poi ce lo facciano ciucciare in tivù per un’intera settimana? Io un’idea sul perché l’hanno risarcito così ce l’avrei. E, gratta gratta, se ci pensate un pochino ce l’avete anche voi…

Pensierino numero dieci (oh ecco, ci siamo!). Ma perché all’Aquila qualcuno non organizza un grande convegno per raccontare al mondo come è andata davvero la ricostruzione? Con tanto di mappe e di affari? E perché la tivù non ci racconta dell’ imprenditore di Cosa Nostra (Fecarotta) che va a palazzo Chigi ecc. ecc.? Ovvero: perché non nasce un grande comitato per la controinformazione sotto il regime di B. e dei suoi soci, come quello che lavorò sulla Strage di Stato (per i più giovani: piazza Fontana)?

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