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Cannoli senza Cuffaro. E Repubblica. E i seminari…
Ancora sulla bellissima giornata di ieri e sui 150.000 di Libera. Intanto vi devo subito un’errata corrige. Ho scritto nel post precedente che non c’erano classi di bambini. Invece testimoni oculari giurano di avere visto, accanto alle transenne che delimitavano lo spazio di familiari e autorità, proprio una classe di bambini, amorevolmente guidati da una maestra dall’accento siciliano. E che a un certo punto questa maestra avrebbe detto “è l’ora della merenda”, tirando fuori un vassoio di cannoli per i suoi teneri putti. Da lì a vederli tutti con il naso sporco di ricotta pare che non sia passato nemmeno un secondo. Domanda: saranno venuti dalla Sicilia con i cannoli o i li avranno comprati a Milano dove costano il triplo? Ha pagato la maestra o è stato il regalo di un genitore? Vedete quali più amabili interrogativi giungono a noi da piazza del Duomo rispetto a quelli che svolazzano indecenti come cornacchie da piazza San Giovanni…
E tuttavia essere antiberlusconiani evidentemente non basta per avere a cuore la lotta alla mafia. Vedete un po’ lo scandalo di Repubblica che ha messo la notizia di piazza Duomo nello sgabuzzino, molto ma molto dentro e con taglio basso. Ho ricevuto mail di protesta tutto il santo giorno, come se Repubblica la facessi io. Ragazzi, il giornale è quello e ciccia. E’ così da sempre. Grandi servizi di cronaca ogni tanto (sempre bravissimo Attilio Bolzoni, che per anni interi si è visto respingere le sue proposte..) e sufficienza verso i movimenti antimafia senza eccezione. Giornale romanocentrico e tutto politico. Che pretendete? Avessi io un mio giornale, vi direi che questa è stata la vera notizia del giorno. Che B. potesse portare altrettanta gente a Roma non era una notizia. Poi, naturalmente, tra qualche giorno uscirà un editoriale per dire (a chissà chi) che ci facciamo dettare l’agenda da B….
Infine, notizie dai seminari. Vi do l’indice di quello che si è detto al seminario sull’editoria civile (spazio Melampo), che è quello che ho condotto. Prendete il lapis e segnate. Funzione di supplenza svolta dai libri sul terreno delle inchieste e delle denunce (ovvero stampa scritta e televisiva che non fanno il loro mestiere). Funzione costruttiva di libri apparentemente solo di denuncia (morti in incidenti stradali, ‘ndrangheta). Mancanza di testi che “mettano ordine” nei fatti. Case editrici da classifica (Saviano e il suo contrario, Grillo e Andreotti, mafia solo se “tira”) e case editrici da furbetti, case editrici d’assalto, case editrici che costruiscono (caso “Terre di mezzo”). Durata del libro, tempi di recensione, il problema del successo immediato. Scomparsa parziale dei mediatori culturali: il libraio di provincia; e al contrario: biblioteche e scuole. Libri scomparsi e attuali da ripescare. Condizionamenti sulla grande editoria, pubblicità compresa. Funzione civile di romanzo e poesia. Guide alla lettura e costruzione del gusto. La fine del rapporto tra università e mercato. Oh, dico: vi pare poco? Vedete come si attrezzano gli antimafiosi? Ma quando la smetterete con le vostre panzane sulla “via giudiziaria”, citrulli che non siete altro?
Nando
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