Disastro mantovano. Ripartire da Corsico e da tata Rosa

E così ci siamo persi anche Mantova. Gratis. Dopo decenni. Era un forziere del centrosinistra. L’abbiamo regalato –e capitemi bene: re-ga-la-to!- alla destra. Da anni tutti dicevano che quell’amministrazione era improponibile. Che, fatte salve alcune persone, era un disastro. L’incapacità di comunicare con la città, con i professionisti democratici, con la società civile più viva. Niente. Puntualmente riproposta agli elettori, e puntualmente infilzata nelle urne come un tordo. Ragione di partito. Anzi: ragione di corrente locale. Primarie fatte di corsa per non dar tempo ad altri di farsi una decente campagna elettorale. E via allegramente verso la disfatta. Roba da pazzi. Anni fa mi domandavo anch’io, sorpreso e allibito insieme agli altri, perché avesse in fastidio il nostro Mantova Musica Festival. Perché il lavoro che io, Lidia Ravera, Fabio Zanchi, Ricky Gianco, Velia Mantegazza e tanti altri facevamo gratis per la città, anziché essere il benvenuto, dovesse sloggiare. Trecentomila euro in tutto, centoventi all’incirca ne metteva il Comune, per cinque giorni che andavano sui tiggì quotidianamente. Un mistero. Perché vedete, c’è una cosa che mi fa impazzire. Milano è difficile da vincere. E d’accordo, uno lo sa. Ma buttare via prima Pavia e poi Mantova, e sempre per la stessa ragione (la precedenza alle beghe di partito…), è davvero da scellerati.

Meno male che c’è una bella notizia. A Corsico, grosso centro in provincia di Milano a rischio ‘ndrangheta, ha vinto una sindaco che ha fatto la campagna elettorale contro la mafia e la ‘ndrangheta. Ha preso più del 57 per cento dei voti. Si chiama Maria Ferrucci. Bene, amici, ripartiamo da Corsico. Pullulano gli inetti ma pure gli antimafiosi.

A proposito, vi invito alla lezione pubblica che terrò domani pomeriggio alle cinque e mezzo a Scienze politiche nel seminario auto-organizzato dagli studenti su Mafia, Stato e società. Tema: le culture complici (parte prima, ovvero fino al ’92-‘93; la parte seconda si terrà martedì 20 alla stessa ora). La sera poi sarò allo Spazio Melampo ad aprire la grande rassegna “Figli che scrivono dei padri” intervistando Umberto Ambrosoli.

Chiudo con un saluto caro a uno dei più brillanti intellettuali che abbia conosciuto, Edmondo Berselli, che mi affascinò la prima volta con “Il più mancino dei tiri”. Ci mancherà.

 Mancherà al Conservatorio di Milano Francesco Saverio Borrelli, che non ne sarà più presidente. L’avevo nominato io; stava facendo bene in assoluta e meravigliosa umiltà, l’hanno mandato via alla fine del primo mandato perché si fa così. Ha compiuto ottant’anni oggi. Auguri Presidente e grazie per tutto quel che ha dato a questo Paese. Ha compiuto ottant’anni oggi anche la mia balia, la grande Tata Rosa. Auguri anche a te, Tata. E grazie per quello che hai fatto per la nostra famiglia.

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