Questo sito non utilizza alcun cookie di profilazione. Sono utilizzati cookie di terze parti per il monitoraggio degli accessi e la visualizzazione di video. Per saperne di più e leggere come disabilitarne l'uso, consulta l'informativa estesa sull'uso dei cookie.AccettoLeggi di più
25 aprile. Ho applaudito Napolitano
W il 25 aprile! E anche il mio ritorno su questi schermi (ragazzi, che cosa non si va in giro…). Sono stato oggi pomeriggio alla Scala a sentire Napolitano con la biondina e con tanti altri. Devo dire che l’ho applaudito in piedi più volte e con convinzione. Sì, proprio mentre alcuni miei amici davanti alla Scala ritmavano l’invito a non firmare più le leggi ad personam. Perché alcuni accenti sull’unità del Paese mi sono sembrati netti e importantissimi. E i riferimenti alla grandezza della Resistenza pure. Per tre volte la voce del Presidente si è rotta, diventando accenno di pianto. Tutte e tre le volte mentre parlava di Sandro Pertini. Non so se i tiggì ne abbiano riferito, non certo il tg1, che tenevo acceso per sentire qualcosa dell’Inter. Ascoltandolo, e cercando di indovinarne le sfumature psicologiche, mi sono formato la convinzione che Napolitano sia come stritolato dalla situazione. Che così riassumo: un governo che gli può scatenare contro i media (accadde anche con Pertini, ha ricordato; anche se in sedicesimo) e che tiene in ostaggio la più alta carica dello Stato mettendola di fronte all’alternativa pazzesca tra il cedimento e la delegittimazione.
A proposito di Napolitano. Mercoledì e giovedì sono stato nella sua città natale, Nola. Che cosa vi abbia trovato, lo vedete qua accanto nell’articolo scritto per il Fatto. Voglio solo spezzare una lancia in favore di tutte le scuole di periferia e di provincia dove i grandi nomi preferiscono non andare. Non solo è un nostro dovere aiutarle, ma è anche un motivo di gratificazione impagabile andarci. Vi trascrivo qui di fila le domande che mi hanno fatto gli studenti di Nola. Molte non me le aveva mai fatte nessuno. Che cosa si prova a vedere i propri genitori in un film? Lei come ha superato tutti i trasferimenti fatti da ragazzo, non aveva bisogno di amicizia? (e se ha superato i problemi è stato grazie al nome che aveva?) In che cosa il suo cognome le ha giovato? E in che cosa l’ha danneggiato? Che cosa significano per lei i girasoli? Con quello che le è successo, lei crede nello Stato? Dopo tanti anni vissuti in caserma, vivere in una casa normale l’ha segnata? Quando e perché ha deciso di dedicarsi alla lotta alla mafia? Lei difende suo padre e i carabinieri, ma che cosa ne dice delle spese militari? Pensa che le responsabilità di Saviano vengano ingigantite dal presidente del consiglio? Che cosa pensa del processo di Ciancimino? Non è grave che le tivù condizionino le notizie sulla mafia? Il suo “Album di famiglia” è un tributo alla famiglia o una provocazione verso lo Stato? Non le viene l’amaro in bocca a vedere le foto sorridenti dei suoi genitori? Come è il suo carattere rispetto a quello di suo padre? Qual è l’insegnamento più grande di suo padre? Quand’era piccolo soffriva l’assenza di suo padre? Consiglierebbe a un giovane la carriera di suo padre? Suo padre…E’ finita che il sindaco ha promesso di intitolargli una via nel prossimo autunno…
E ora piccole spigolature. Nel duello tra B. e Fini ho notato con infinito piacere che ha gracchiato anche un microfono del Pdl (evvai!!). Fossi stato al posto di La Russa, avrei aspettato qualche mese ad accettare un Suv in regalo da B (a proposito, ha davvero i capelli dipinti sulla testa!). Farlo proprio dopo avere mollato il proprio capo mi è parso inelegante. Quanto all’Inter, ha battuto il Barcellona in una partita che mi ha sfinito fisicamente davanti alla televisione (grazie Kusten!). Mettici poi Balotelli che non correva e mi sono dovuto stancare anche per lui. Per favore mandatelo all’estero, in Groenlandia, lui con il suo Raiola. A proposito: ma chi li inventa questi tipi da sbarco?
Nando
Next ArticleNola. La sfida collettiva e la libreria sgarrupata