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Sasso Marconi. Giornata di festa (con coda profana…)
Be’, non sono uscito in trionfo su questi schermi dopo il Barcellona, permettetemi di far festa ora. Pazzini, Pazzini, dolce nome sei tu…Lo so che l’Inter è pazza, ma così, due punti sopra, è senz’altro meglio di prima. O no? Ora mi dibatto tra la grande utopia (chi ha detto che non ci sono più le utopie?) del “triplete” e il fantasma-vade-retro del “zero tituli”. Onore alla Roma, comunque, e pure a Ranieri che è un signore e ha talento da vendere.
Ieri 25 aprile, data a me carissima. L’ho celebrata in due comuni emiliani, provincia di Bologna tutti e due. San Pietro in Casale e Sasso Marconi. Se mi chiamano a tenere le celebrazioni vuol dire che non sono più un ragazzino, penso, e questo non mi infiamma. Però vuol dire anche che qualche considerazione me la riservano e ciò mi lusinga. Confesso pure che più vado avanti più la Resistenza me la sento vicina nel tempo, non solo nello spirito. Guardo le lapidi e non posso fare a meno di controllare la date di nascita. Quei ragazzi di diciassette, vent’anni, mi parlano più di quando ero studente. Ieri a San Pietro in Casale ho visto su una la foto di una ragazza bellissima, 25 anni. Si chiamava Fulgida. Ho pensato per un po’ di minuti a che cosa poteva avere fatto. Staffetta, armi, accoglienza? Vorrei conoscere quelle storie una per una. Sasso Marconi invece ha ricevuto proprio ieri la medaglia d’oro al valor civile dal presidente della Repubblica. E’ stata una manifestazione bellissima, con le staffette -bambini e anziani compresi- che venivano giù in piazza dalle colline. Ho ricordato che sulle stragi nazifasciste compiute in quei luoghi dell’Appennino, le stragi protette nel famoso “armadio della vergogna”, indagò per primo mio nonno, Romano dalla Chiesa. Lo scoprii da senatore, mentre facevo parte della commissione d’inchiesta su quell’armadio che custodiva fraudolentemente tutta la documentazione sulle stragi.
Ho visto anziani partigiani in lacrime, giovani leggere le lettere (bellissime) dei condannati a morte. Altro che retorica…Drammi, tragedie, speranze che continuano. Con B. che cerca di trasformare la Liberazione nella giornata della libertà, e magari del “popolo delle libertà”. E’ incredibile. Chiunque avrebbe schifo di una simile mancanza di rispetto per la storia. Lui no. Ci prova. Ma no pasaràn, parola d’onore.
Nando
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