Questo sito non utilizza alcun cookie di profilazione. Sono utilizzati cookie di terze parti per il monitoraggio degli accessi e la visualizzazione di video. Per saperne di più e leggere come disabilitarne l'uso, consulta l'informativa estesa sull'uso dei cookie.AccettoLeggi di più
Oh quante belle cose madama Doré (nuova serie)
Oh, stavolta ne ho di cose buone dal mondo! La prima le batte tutte: le dimissioni di Scajola. Che io ricordi è il primo ministro che sia stato costretto a dimettersi due volte a furor di popolo. Un vero record, direi del tutto meritato. Grande B. che ne elogia il senso dello Stato. Ma ancor più grande, sempre umoristicamente parlando, è Scajola stesso. Gli avevano regalato una casa a sua insaputa. Miii, ‘sti politici… Ho subito detto alla Biondina di verificare se in passato abbiamo avuto qualche attico regalato per stima e riconoscenza dal Benefattore Ignoto; di andare subito al catasto, non si sa mai che poi finiamo sui giornali per colpa di un babbo natale sconosciuto.
La seconda bella notizia è che domani a Milano si ricorda finalmente Ezio Tarantelli, una giusta scintilla di memoria per un intellettuale-economista raffinato che criticò prima di tutti le rigidità del nostro mondo del lavoro, non per abbattere i diritti ma per allargarli. In compenso le Bierre abbatterono lui, venticinque anni fa il 27 marzo. Domani sera mercoledì (lo so, in coincidenza con Roma-Inter…) alle 21, al Salone Liberty del Circolo Filologico, via Clerici 10, lo commemorerà Armando Spataro. Ma soprattutto lo ricorderà il figlio Luca, che con l’aiuto di Monica Repetto gli ha dedicato una serie di filmati, una sofferta ricerca del padre da parte di chi allora era bambino. Ricordo quando nel dicembre del ’91 andammo davanti a Montecitorio in quattrocento familiari di vittime del terrorismo e della mafia e delle stragi. Con le foto dei nostri cari appese al collo, perché Plaza de Mayo non è di un altro mondo. A un certo punto mi voltai verso mia sorella Simona e vidi alle mie spalle Luca, allora tredicenne, fermo, immobile, muto, con la foto del padre tenuta nella mano sinistra alzata verso il cielo… Chi può ci vada.
Io non potrò andarci perché impegnato a Genova, per qualcosa che ha sempre a che fare con la memoria e il terrorismo. Con il progetto di “Genova Città dei Diritti” abbiamo progettato (credo di averlo già scritto) un monumento alle vittime degli anni di piombo a Genova, dove ricordano Guido Rossa ma non gli uomini delle istituzioni. Per il monumento abbiamo fatto un bando. Riservato agli studenti di architettura e dell’accademia di belle arti (Ligustica). E’ la prima volta in Italia che la memoria viene affidata a chi non c’era. E per questo abbiamo organizzato due giornate di formazione. La prima, fatta ieri ad Architettura, è stata bellissima. Abbiamo proiettato “Anni spietati”, coprodotto dal Comune con Rai 3. Poi ho intervistato Sabina Rossa e Massimo Coco (figlio del procuratore generale ucciso nel 1976, primo omicidio premeditato delle Brigate rosse). Si sono spogliati di ogni corazza. E’ stata una mattinata di un’intensità indicibile e giovedì mattina ci sarà la seconda tornata.
Altra bella notizia. Si presenta finalmente a Roma “Allonsanfan”, il bellissimo libro di Riccardo Orioles edito da Melampo. Tra gli altri, glielo presenteremo il grande Roberto Morrione e io in persona. Appuntamento alle 18 al Centro congressi “Gli Archi”, in largo S.Lucia Filippini 20, vicino al Colosseo. Non poltrite, non trovate alibi nella pioggia o nel traffico, nei capricci dei bambini o nel lavoro-oddio-come-sono-impegnato. Poche storie. Orioles è, in fede mia, uno dei più brillanti giornalisti italiani. In tivù non si vede, sulla grande stampa nemmeno, e vorreste perdere questa opportunità?
Finito? Ma neanche per idea. Escono tra pochissimo per Melampo un libro di inediti di Danilo Dolci (“Il potere e l’acqua”), e un libro di memorie di Diego Novelli (“Ritratti”). E poi novità grandi dai Gracchi. Ma queste ve le racconto appena mi danno il permesso. Buon 5 maggio. Quando morì Napoleone e quando l’Inter perse all’Olimpico con la Lazio. Ma erano altri tempi…
Nando
Next ArticleLombardia, sindacati in prima linea contro la 'Ndrangheta