Campioni, Campioni, Campioni!

Ci scommetto. Vi sarete chiesti perché ancora nulla. Perché domenica 23 maggio nulla sia apparso su questi schermi del fantastico trionfo nerazzurro, Milito uno e Milito due, sapienza di Cambiasso e cuore di Zanetti. Semplice: tutto ieri sono stato male che a stento mi tenevo in piedi. E non per bagordi e festeggiamenti. Quelli sono stati contenuti assai. A Spezia non avevo amici con cui farli. E poi il globetrotter dell’antimafia doveva alzarsi alle cinque e mezzo per andare a Marsala. In ogni caso che goduria dopo 45 anni! Ha qualcosa di incredibile rivivere una stessa gioia dopo mezzo secolo. Da ragazzino prima e da signore maturo poi. Spezia era invasa dagli interisti, mai avrei detto che anche in altre città si potesse festeggiare il nero profondo della notte e l’azzurro del Tirreno. Ho visto quelle scene paradisiache da Madrid insieme a due magistrati. Ci siamo infilati in una stanza fornita di maxivideo nella splendida villa di Lerici in cui il comune di Spezia aveva invitato gli ospiti di “Parole di giustizia” (trasferimento in pullman, che mi ha fatto perdere i primi venti minuti…). Non sarò stato molto di compagnia ma alla fine avevo un sorriso contagioso. Piangerò Mourinho, invece. Per arrivare a quei traguardi ci vuole una tempra eccezionale, poche storie. I grandi giocatori li hanno avuti tutti gli allenatori prima di lui. E comunque non vorrei piangere pure il Principe. Milito ha un pregio unico: se ha la palla davanti alla porta non sbaglia. Ho visto Vieri e anche Ibrahimovic (e Toni in nazionale…) sbagliare gol pazzeschi a porta vuota. Che Moratti non lo ceda ad alcun prezzo. Così resti scritto a futura memoria.

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